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«Per il basket sta nascendo un nuovo giorno"


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di Andrea Confalonieri

GUARDA LONTANO Il sindaco Attilio Fontana sotto il BernasconeFoto Genuardi

Sindaco Fontana, a dicembre disse che il futuro dello sport a Varese avrebbe dovuto essere racchiuso in due parole: polisportiva, cordata. Sono passati cinque mesi, ci siamo?

Rispondo alla Trapattoni: non dire gatto se non l'hai nel sacco.

Lunedì in Comune si è seduto attorno a un tavolo con i Castiglioni e il rappresentante dei nuovi soci, Gianmarco Faija: com'è andata?

È andata così: sono tornato a casa entusiasta.

Il motivo del suo entusiasmo?

Ho visto i pezzi di un puzzle andare al posto giusto: ci sono le condizioni per costruire una squadra di proprietari assortita e affiatata.

Cosa non si fa per la Pallacanestro Varese?

È un patrimonio di tutti, non mio. È una passione senza frontiere, in Italia e in Europa.

Torniamo al puzzle. Chi sono gli imprenditori pronti a entrare in società?

Personaggi di qualità e serietà, molto conosciuti a Varese. Una garanzia.

I loro nomi?

La pelle dell'orso la venderò dopo averlo, tra virgolette, ucciso.

E quando accadrà?

Appena si sarà trovata la quadra con i proprietari.

Manca pochissimo, pare.

C'è voglia di chiudere il cerchio. E di pensare immediatamente alla nuova squadra, al nuovo allenatore, ai nuovi dirigenti.

Dica la verità: avete già iniziato a parlarne.

Ne abbiamo parlato da tifosi. Come stanno facendo tutti. Ma poi sarà il nuovo gruppo insieme ai Castiglioni che deciderà coach, giocatori, strategie.

Insieme?

Insieme.

Ma quanti sono i nuovi soci?

Tre, più Castiglioni.

Pensavamo uno in più.

Se intendete uno che lavorerà per dare una mano al di là dell'ufficialità, grazie alla sua grandissima competenza, c'è anche quello.

Facile immaginare chi sia...

Non ci casco, niente nomi. Anche se il buongiorno si vede dal mattino. E queste sono mattinate rosee.

Ci dica almeno se conosceva già questi nomi prima di incontrarli.

Li conoscono tutti.

Si vedono anche al palazzetto?

Due sì, il terzo no ma è molto conosciuto dai varesini. Ed è facilmente assimilabile al basket.

Ogni volta che in questi mesi si parlava di cordata, qualcuno stizzito replicava: mai vista a Varese gente col "braccino" lungo.

Il passato fa orgoglio e storia. Ma non scrive il presente. Siamo nel 2008 e le cose cambiano. Anche da noi.

Anche il calcio sta cambiando: Ricky Sogliano aspetta fino al 31 maggio e poi consegna le chiavi del calcio in Comune.

Sto vedendo delle persone, proprio in settimana ho in programma un altro incontro. Sto cercando di tenere aperte due strade.

E ci riesce?

Sì. Ma è più difficile che nel basket.

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