Scusate, ma non stiamo capendo nulla

[Lucaweb]

Molti mesi (forse anni) di improvvisazione e la retrocessione più meritata e scontata che si ricordi non hanno ancora insegnato nulla. Per la storia era il 30 marzo, Varese capitolava contro Cantù e toccando il punto più basso avrebbe dovuto cambiare vita. Molte promesse, fatti nessuno: cinquanta giorni dopo è tutto come prima, forse peggio. I 46 punti di svantaggio da Siena in classifica e i 16 da Cantù sono diventati, se possibile, un abisso ancora più incolmabile. L'incomunicabilità e la distanza tra Pallacanestro Varese e città crescono. Una vive là, in collina, avvolta dal silenzio e dall'incertezza; l'altra non sa più dove guardare e cosa pensare. Ma qualche domanda se la pone.

Punto uno: se Cecco Vescovi è stato indicato come general manager della società (Da chi? Quando? Perché? Per quanto tempo?), e lui si è scelto Massimo Ferraiuolo per fare il braccio destro, perché lasciarlo sottotraccia, nella semi-clandestinità, per tutto questo tempo? Incomprensibile, inconcepibile. O si crede in lui, oppure no.

Punto due: perché Alessandro Ramagli è stato scelto come allenatore (Da chi? Quando? Perché? Per quanto tempo?) e poi con altrettanta immediatezza la sua stella è decaduta? È stato Cecco (che nell'organigramma della società non esiste ancora), oppure Claudio e/o Gianfranco Castiglioni, o ancora lo stesso coach a fare un passo indietro? Perché non mettere in piazza la verità - tipo: «Noi vogliamo vincere subito, lui no» - anche quando è fatta di legittimi dubbi?

Punto tre: la trattativa con la cordata di imprenditori che vogliono affiancare i Castiglioni è stata affrontata e rimandata sempre al giorno dopo e non certo perché i neo-soci avessero qualche tentennamento (le parole di Faija, che li rappresenta, sono lì da leggere da un mesetto buono). Può darsi che ci siano motivi seri, oppure che manchino solo i dettagli. Ditelo, fateci capire. Altrimenti alla Pallacanestro Varese sarà sempre tutto un può darsi.