Jump to content

Si apre una nuova era


Lucaweb

Recommended Posts

di Giuseppe Sciascia

Apre a tutti gli effetti una nuova era il raduno odierno della Pallacanestro Varese: non è solo la nuova categoria da affrontare dopo 15 anni "filati" di A1 a determinare il taglio diverso delle scelte del club biancorosse, ma soprattutto la linea di "programmazione" intrapresa dalla società sulla spinta delle idee di Cecco Vescovi provano a dare un segnale netto di "inversione di tendenza" dopo tanti anni di spese anche massicce senza risultati concreti.

«Il nuovo ciclo che si apre è stato in parte imposto dagli eventi, dato che dopo la retrocessione era impossibile poter contare su un budget analogo a quello degli anni passati. D’altra parte però l’idea di impostare un programma su linee diverse da quello del passato recente era nella mia testa sin da quando la famiglia Castiglioni mi ha proposto l’attuale incarico: per una società come Varese è doveroso programmare il futuro ad ampio raggio, evitando sorprese legate ad una visione più legata ai risultati di una singola stagione, perchè se le cose vanno male in quel caso hai perso tempo e risorse economiche. Noi ci abbiamo provato investendo su qualche giovane interessante e su un allenatore in grado di valorizzare i prospetti attraverso il lavoro in palestra».

Ripartire dalla LegAdue non è certo il massimo per una piazza come Varese, ma il paragone - pur con tutti i "distinguo" del caso - che viene spontaneo è quello con la Cagiva 1993/94 di Dodo Rusconi, che gettò le basi per il "ciclo virtuoso" poi sfociato cinque anni dopo con lo scudetto della Stella:

«L’indirizzo attuale è condiviso da tutte le componenti della società; col tempo vedremo se i risultati ci daranno ragione, ma al momento attuale ritengo questa scelta come l’unica via possibile per crescere e riproporre un futuro roseo per Varese. Per certi versi una scelta simile a quella intrapresa nell’estate 1993 poi sfociato con la promozione della Cagiva di Rusconi, ma allora c’erano regole e soprattutto basi diverse a livello giovanile; potendo contare su maggiori risorse la mia idea è quella di puntare sulla creazione di un sistema di scouting dedicato alla scoperta di prospetti interessanti sui quali investire. Certo per fare questo ed altre cose servono forze fresche a livello economico...».

Sicuramente "scottante" il tema delle risorse per una Varese che ha dovuto adeguarsi con nuove idee agli attuali "chiari di luna", pur con qualche recente riscontro positivo a dare fiducia in chiave futura: «Qualche piccola risposta l’ho avuta e gli aiuti ricevuti nei mesi scorsi fanno ben sperare circa la possibilità di aumentare la base delle risorse economiche. A livello di nuove entrate abbiamo già annunciato tra i nuovi sponsor gli accordi con EasyJet ed Air Pullman, supporti preziosi per abbattere i costi dei trasporti che per noi rappresentano comunque una voce importante; speriamo in un altro ingresso a breve, auspicando a partire dal mese di settembre ulteriori risposte sul territorio soprattutto da parte delle istituzioni».

Una ricetta "virtuosa" che dovrà però trovare "humus" fertile da coltivare tramite la fiducia nel progetto da parte del popolo biancorosso, il cui ovvio auspicio è quello che la permanenza in LegAdue sia più breve possibile...

«La pazienza l’abbiamo chiesta sin dal primo giorno del nostro mandato: l’obiettivo è quello di tornare al più presto in serie A1, ma non siamo in grado di promettere che questo traguardo sarà raggiungibile già quest’anno. In parte perchè ci aspetta un campionato difficile e competitivo, ma soprattutto perchè non vogliamo adottare una gestione "schizofrenica" che porti ad una promozione da conquistare a tutti i costi, perchè poi ci ritroveremmo magari in A1 con gli stessi problemi dello scorso anno. Secondo me abbiamo allestito una squadra interessante; starà ai giocatori ed ai tecnici lavorare per ottenere il miglior risultato possibile, l’obiettivo primario a mio giudizio è quello di crescere sia a livello tecnico che societario».

Lo stesso Vescovi ribadisce la necessità di non avere fretta per valutare a fondo l’impatto del nuovo progetto:

«Nessun dubbio sul fatto che i risultati del campo daranno la misura della bontà del nostro lavoro, anche se soprattutto all’inizio ci vorrà pazienza: se non verranno subito i frutti sperati dovremo tener duro ed aver fiducia, avendo la forza e la capacità di andare avanti ugualmente sulle linee-guida di un discorso avviato per crescere, senza la fretta di cambiare in corsa solo perchè il campo non ci darà subito ragione. Spero che questa filosofia possa dare frutti immediati, ma sono certo che a lungo andare saremo premiati, senza dimenticare che in caso di necessità potremo giocare il "jolly" del comunitario che abbiamo tenuto di riserva».

Alla fine dei conti dunque il vero grande acquisto di Varese è stata la possibilità di legarsi a lungo termine con un allenatore già esperto di "parabole ascendenti" costruite partendo da lontano - leggi Montecatini e Montegranaro - come Stefano Pillastrini:

«Abbiamo scelto determinati giocatori in funzione delle qualità di lavoratore in palestra di Pillastrini: lo stesso Cotani a 27 anni è un elemento che può ancora crescere molto, e in previsione futura anche di un possibile cambiamento delle regole sull’eleggibilità dei giocatori abbiamo preferito investire sugli italiani per poterci garantire un nucleo solido su cui costruire per qualche tempo. Inoltre la presenza di Pillastrini ci ha permesso di arrivare a certi giocatori che hanno scelto Varese per poter lavorare con lui, e sarebbe successo anche in un altro paio di casi se avessimo avuto più budget da poter investire. Cosa che però non voglio chiedere alla famiglia Castiglioni».

Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...