Jump to content

Genovese: «Mi gioco una carriera»


Lucaweb

Recommended Posts

di Massimo Turconi

Corri indietro nel tempo. Inizi anni '70, o giù di lì. La copertina di un Long Playing (allora si chiamavano ancora così...) di Edoardo Bennato raffigurante un fiammifero, l'ultimo, buono per provare a tenere accese residue speranze di successo nella musica. Foto esaustiva e titolo dell'album, anch'esso, significativo quanto basta: "Non farti cadere le braccia...". Corri avanti nel tempo. Estate 2008. Senti parlare Salvatore "Totò" Genovese. Pensi alle molteplici affinità sicule-partenopee e hai l’impressione che anche il ragazzo di Erice, nonostante i suoi freschi 21 anni, stia per accendere l'ultima fiammella. Insomma, quel fiammifero, per Salvatore come per Bennato, rappresenta l'opportunità decisiva. Quella da cogliere a tutti i costi...

«Confermo: la prossima sarà un'annata veramente importante, anzi, probabilmente determinante per la mia carriera - commenta Genovese -. Al mio quinto anno di permanenza a Varese ho messo definitivamente da parte lo sguardo sognante del ragazzino approdato in una realtà quasi fantastica. Adesso, e ci mancherebbe altro, il mio atteggiamento è quello di chi, consapevole della "chance", che gli è stata offerta, non solo non la vuole sprecare, ma lotterà e si impegnerà come un matto per dimostrare di meritare la serie A».

- Bennato, nel medesimo disco, cantava: "Non arrenderti né ora, né mai!". Lei, lo scorso campionato, con la maglia dell'ABC, alla prima esperienza vera da senior, ha dimostrato di possedere carattere e la "garra" che contraddistingue i giocatori.

«La serie B2 disputata con la Robur, società che ringrazio pubblicamente, si è rivelata un banco di prova utilissimo sia dal punto di vista tecnico, sia mentale e, di più, dopo le stagioni di basket giovanile, mi ha fatto davvero capire che tipo di pallacanestro si gioca con i "grandi". Fatta questa premessa è comunque vero che in gialloblù ho lavorato tanto per mettermi in luce e mostrare le mie qualità, senza mollare mai, pure nei momenti, per fortuna limitati, di maggior difficoltà».

- In serie A la strada per arrivare, potrebbe essere un po' più tortuosa...

«Lo sarà di sicuro, ma dovete sapere che ho rinunciato a interessanti offerte di formazioni di serie B1 per potermi giocare fino in fondo il mio posto al sole in LegaDue. Inoltre, partirò con un piccolo vantaggio: la chiarezza regalatami da coach Pillastrini a inizio stagione. L'allenatore, durante il primo colloquio, non mi ha fatto promesse né ha creato in me false illusioni ma, piuttosto, si è espresso in termini limpidi e mi ha garantito che ci saranno sicuramente delle opportunità di gioco. A quel punto toccherà a me essere pronto per sfruttare a dovere gli spazi concessimi. Ho apprezzato moltissimo il discorso del nostro coach il quale, con grande schiettezza, mi ha detto d’aspettarsi molto dal sottoscritto e quali saranno le mie prospettive anche sotto il profilo tattico con un impiego da guardia, ala piccola e, in determinate situazioni, anche da “4” tattico».

- Da avvocati del diavolo ci tocca riferirle qualche ironia serpeggiante sui tiratori di Varese, per dire che, a parte lei, non ce ne sono altri e con tutto quel che segue in riflessioni....

«E’ una realtà: in questa Varese sono l’unico tiratore puro ma nella batteria di esterni ci sono altri giocatori che hanno un buon tiro e fanno canestro, ma forse, rispetto a me, posseggono caratteristiche diverse e sembrano più a loro agio attaccando il ferro. Detto questo, posso capire le perplessità di qualche tifoso di fronte a un roster in cui il cecchino designato è un ragazzino che, al più, ha sulle spalle un campionato come la B2. Quindi, che cosa posso aggiungere? Che farò l’impossibile per cancellare dubbi e timori, per far ricredere anche i più scettici e conquistare la loro fiducia».

- Sensazioni e profumi di inizio stagione?

«Viviamo immersi in un’atmosfera molto positiva e, ovviamente, nemmeno paragonabile a quella che si respirava dodici mesi fa. Lo scorso anno, fin dal primo giorno di raduno, si avvertivano nell’aria elettricità, qualche malumore e problemi di rapporto tra le varie anime della squadra. Quest’anno, oltre al carisma di coach Pillastrini, in spogliatoio, tra noi giocatori si è creato da subito un clima di serena complicità, di unione e grande entusiasmo. Tutte sensazioni che fanno ben sperare in una LegaDue nella quale il fattore gruppo costituisce un’arma vincente…". Insomma, sempre per citare Bennato: per Totò è finita l'epoca del "Tirare a campare". Adesso è "Tempo di volare"...

Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...