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di Massimo Turconi

Hai l’impressione di leggere l’andamento del mercato azionario. Quello pazzo, volubile, imprevedibile delle ultime settimane.

Dopo aver toccato il massimo storico nel corso della partita casalinga contro Imola - gara perfetta che ha regalato dividendi altissimi a tutti i tifosi - e il minimo assoluto nel match esterno contro la Fastweb Casale Monferrato - partita con cifre da dimenticare - il "titolo" di Marco Passera, nella gara interna contro Reggio Emilia, è rimasto stazionario. Con tendenza verso il basso… «Si è trattato solo di un piccolo periodo negativo coinciso - spiega in tono tranquillo Passera - con gare ravvicinate, contro avversari di alto livello, con troppi minuti di gioco dovuti a scarse rotazioni e conseguente deficit in termini di lucidità. Gare che, tra le altre cose, sfortunata concomitanza, hanno visto segnare il passo anche a un "computer" come Randy Childress, uno che raramente sbaglia due partite di fila. In sintesi: una serie di episodi negativi che non ci devono far dimenticare che la sostanza della Cimberio è di ben altro spessore».

- Quale, per essere precisi?

«Lo spessore di una squadra che sia a Casale, sia contro Reggio Emilia, ha perso solo negli ultimi possessi e, per queste sconfitte, deve anche battersi il petto per due tagliafuori non fatti. Tutto ciò, naturalmente, senza tralasciare il fatto che in entrambe le partite abbiamo subito la vitalità fisica di avversari al massimo delle motivazioni e pagato anche due direzioni arbitrali che non si possono definire lineari».

- Anche lei, come il capitano Galanda, solleva perplessità sul’operato di quelli che una volta erano definiti “grigi”?

«Sono d’accordo al mille per cento con le dichiarazioni di Galanda e, senza sollevare troppe lamentele, faccio solo due considerazioni aggiuntive: mi piacerebbe veder applicato lo stesso metro di giudizio per tutti i quaranta minuti e, più di tutto, vorrei che Varese fosse messa nelle condizioni di poter giocare senza il solito handicap iniziale, perché non è possibile che, casa o fuori, nemmeno il tempo di alzare la palla a due, Dickens, Martinoni e spesso Galanda, che è davvero poco tutelato, si ritrovino subito con tre falli sul groppone. Mi alleno con loro tutti i giorni e non mi sembra di vedere in questi ragazzi tutte queste attitudini da "macellaio"».

- Gli avversari intanto, sotto il profilo tattico, sembrano aver puntato decisamente tutte le loro attenzioni sul vostro reparto e lo scopo, solare, è quello di staccare i collegamenti tra i giocatori perimetrali e quelli d’area...

«Legittimo, da parte di chi ci fronteggia, e il gioco ha funzionato anche perché là dietro per due partite consecutive abbiamo fatto ridere e, come ho già sottolineato, non capiterà tanto spesso di assistere a prestazioni così negative da parte di Childress. Domenica scorsa, in spogliatoio, Randy era il primo ad essere deluso e consapevole di aver "toppato" un appuntamento importante, ma anche onesto nell’ammettere che la gara di Casale lo aveva prosciugato di energie».

- Il tormentone attuale è: Varese gioca male...

«Non sarei così negativo: la Cimberio può e deve giocare meglio di così sia tecnicamente, sia per continuità. Il problema è uno solo: facciamo ancora tanta fatica a muovere la palla e di conseguenza a sviluppare il sistema di coach Pillastrini. Problematiche che si acuiscono quando gli avversari passano a zona e intasano l’area. Ma stiamo lavorando per trovare le soluzioni».

- A Brindisi, oltre all’area, troverete "intasato" d’entusiasmo anche il palasport...

«Ci aspetta una gara difficile sotto tutti i punti di vista ma, poche storie, siamo pur sempre la prima in classifica che affronterà l’ultima, una squadra in difficoltà che giocherà certamente con lo spirito da ultima spiaggia: sangue agli occhi e massima intensità. Noi però non possiamo più sbagliare e ristabilire le gerarchie è un dovere».

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