Lucaweb Posted March 18, 2009 Share Posted March 18, 2009 di Massimo Turconi Stavolta nemmeno gli amati Pearl Jam riescono a suggerire parole positive a Giacomo Galanda. Dopo l’amarissima sconfitta subita a Livorno, l’ago dell’ottimismo del lungo varesino tocca i minimi stagionali e Gek non trova nè spunti musicali, né accordi, né armonie degne di essere citate. Solo parole. Come di consueto piene di buon senso. Giacomo Galanda, prima di tutto, scuote l’ambiente varesino: «Stiamo perdendo un po’ troppo, è vero, ma non la farei così tragica e, comunque - dice - non mi sembra il caso di dipingere il diavolo più brutto di quello che è in realtà. Varese è pur sempre prima in classifica e anche le nostre avversarie, a conferma di un torneo equilibratissimo, non stanno brillando. Certo, il momento è critico e bene hanno fatto sia Cecco Vescovi, sia Max Ferraiuolo a bacchettare il gruppo, richiamandolo all’ordine e chiedendo a tutti di mettere sul parquet un’intensità apprezzabile per tutti i quaranta minuti. A Livorno, infatti, abbiamo avuto un approccio scadente alla partita, mentre nella ripresa la squadra, limitatamente alla fase difensiva, mi è piaciuta». - Perché questa sottolineatura espressamente dedicata alla difesa? «La risposta è semplice: abbiamo problemi soprattutto sul fronte offensivo e là davanti non riusciamo proprio a sbloccarci e dare continuità alla nostra azione. La palla viaggia sempre troppo lentamente e il gioco risulta troppo macchinoso. La consapevolezza di avere problemi in attacco ci spinge a "pensare" fin troppo e quest’ultimo aspetto finisce con farci perdere naturalezza. Così, come in un circolo vizioso, più cerchi di giocare bene e meno ci riesci. Infine, quando sei molto concentrato e spendi tanto in difesa, in attacco non puoi essere al massimo della lucidità». - In questo senso, nelle ultime giornate, hanno fatto effetto i chiari di luna di Childress: preoccupato per il rendimento calante del vostro playmaker? «Nessuna preoccupazione, semmai un pizzico di apprensione nel vedere un compagno di squadra che sta attraversando un periodo di difficoltà che, ovviamente, ha riflessi importanti su tutto il gruppo. Personalmente non sono preoccupato perché so che Randy sta accusando i contraccolpi causati dalla stanchezza e dallo stress. Childress, senza Passera, è costretto a stare in campo fin troppi minuti durante i quali non si risparmia perché, forse non tutti lo vedono, Randolph svolge un incessante lavoro di raccordo sui due lati del campo. Lui, infatti, è quello che tiene sveglia tutta la squadra, detta i ritmi difensivi, invita i compagni ad eseguire meglio i giochi e portare i blocchi nella maniera più efficace. Senza parlare dell’atteggiamento degli avversari i quali, individuando in Childress la fonte del nostro gioco, cercano di prosciugarla con una difesa tutta dedicata a lui. Noi, però, continuiamo a nutrire rispetto e massima fiducia in Randy, il nostro leader riconosciuto, un uomo benvoluto e apprezzato da chiunque e una persona che, anche in spogliatoio, partecipa in modo attivo alle vicende della squadra. Insomma, tutti si sono accorti del suo calo di forma, ma nessuno, in tutta onestà, può dire che da parte di Childress sia in atto un calo di volontà e motivazioni. Anzi, tutt’altro perché lui è il primo ad essere dispiaciuto per le ultime prestazioni non all’altezza delle aspettative». - Nonostante gli inattesi scivoloni il futuro sembra giocare ancora per voi. «La verità è che vincere fuori casa, in questa LegaDue, è diventato davvero complicato e, solo adesso, ci si sta accorgendo del valore che hanno avuto i successi conquistati in trasferta nella prima parte dell’andata. I punti strappati a Roseto, Pistoia, Venezia e Pavia alla fine saranno davvero pesanti. Detto questo, è chiaro che non possiamo cullarci su allori di cartapesta, bensì continuare a spingere per cercare, lontano da Varese, quelle vittorie che ci potrebbero garantire il margine di sicurezza». - Anche perché, giocare sempre con la pressione addosso, non fa bene a nessuno… «Giusto, anche se mi piacerebbe sempre vivere la pressione dei primi in classifica. Ad ogni modo, la sconfitta che ancora mi affligge è quella casalinga contro Reggio Emilia, anche perché si è trattato di uno scontro diretto. Acqua passata, ormai: il presente si chiama Pistoia, ovvero una formazione che vale più della sua classifica e, per questa ragione, non andrà snobbata. Ma - conclude il capitano biancorosso - non credo ripeteremo questo errore…». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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