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«A Varese senza respiro»


Lucaweb

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di Massimo Turconi

Con Marco Crespi, allenatore della Fastweb Casale Monferrato, in vista del big-match in programma domani sera si parla di motori, di ciclismo e, incidentalmente, anche di basket.

Il tecnico dei piemontesi, che si presenterà al PalaWhirlpool attardato di sei punti rispetto alla capolista, spiega la classifica della sua squadra come frutto di una normale messa a punto, come una sorta di lavoro di rifinitura di una "vettura", la sua squadra, che nel corso della stagione ha cambiato in corsa gli assetti.

«Le tre sconfitte che ci hanno fatto perdere terreno, per quanto dolorose, erano in qualche modo da mettere in preventivo perché - spiega Marco Crespi - nessuno di noi pensava che il reinserimento in organico di un giocatore cardine come Andrea Ghiacci avvenisse così, grazie ad uno schiocco di dita. Per parecchi mesi abbiamo lavorato senza di lui e, faticosamente, costruito degli equilibri tecnici, tattici e mentali che col suo rientro in gruppo dopo l’infortunio abbiamo dovuto smantellare, rivedere e ricostruire. Eravamo perfettamente consapevoli che il reinserimento di un giocatore atipico come Ghiacci avrebbe provocato degli alti e bassi e che a soffrirne sarebbe stata, almeno inizialmente, la qualità del gioco di squadra. Però si trattava di un’operazione che andava fatta, inseguendo il disegno, più ampio e importante, di un’ottica di crescita corale. In questo periodo di difficoltà abbiamo perso tre partite, una contro Pavia, l’altra contro Jesi, con scarti minimi e una terza a Pistoia che può stare nella logica di un campionato molto equilibrato. Ma, ripeto, nessun dramma, solo la consapevolezza che per noi e per tutte le altre squadre si tratta di dover lavorare in prospettiva di post-season e playoff».

- Quindi, dal suo punto di vista, la corsa per il vertice è già finita...

«Finita proprio no ma, come ho già avuto modo di osservare in altre occasioni, Varese, se dovessi esprimermi in termini ciclistici, è maglia rosa, per di più con un buon vantaggio, a poche tappe dalla conclusione. Ritengo pertanto giusto indicarla come favorita, e non solo in termini aritmetici. Certo, arrivare in fondo non sarà semplice perché la Cimberio è attesa da un calendario molto duro, ma Varese, più di tutte le altre concorrenti, ha mostrato quel pizzico di continuità che in un campionato assai equilibrato sta facendo la differenza».

- Nella gara d’andata lavoraste fortissimo per togliere Childress dal gioco: potrebbe essere ancora quella la chiave tattica del match di domani sera?

«L’americano di Varese è giocatore troppo esperto, in grado di essere comunque importante e incisivo nei momenti chiave. No, non punteremo solo su di lui, sarebbe sbagliato farlo contro una squadra come la Cimberio che ha diversi altri punti di riferimento. In realtà, penso sarà più importante lavorare sulle nostre cose che su quelle degli avversari e interpretare la partita nel modo corretto».

- Quale potrebbe essere, dunque, il modo in questione?

«Giocare il nostro basket fatto di grandissima aggressività fisica e mentale. Una pallacanestro che, filosoficamente, non vuole concedere respiro agli avversari, nella quale i miei giocatori devono cercare di riempire tutte le zone del campo con la loro presenza. Qualche volta ci si è riusciti, qualche altra un po’ meno, ma l’idea di base dev’essere sempre quella. Del resto, recentemente, ho letto che anche coach Pillastrini predica un basket fatto di tuffi sul parquet, di ginocchia sbucciate e gomiti abrasi. Se lo dice lui, che con la sua Cimberio sta dominando il campionato, figuratevi noi…».

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