Vescovi: così non si può andare avanti

[Lucaweb]

di Giuseppe Sciascia

Lancia nuovamente un "avviso ai naviganti" forte e chiaro Cecco Vescovi, che all’indomani del secondo appello alla città da parte del presidente Claudio Castiglioni riprende i concetti già espressi dal massimo dirigente biancorosso sottolineando la delicatezza estrema del momento per quanto riguarda il futoro del basket cittadino. Ed il dirigente varesino si rivolge in particolare alle istituzioni - con il sindaco in prima fila - per chiedere un aiuto concreto a supporto di una proprietà che ha ribadito il suo affanno nell’immettere nuove risorse fresche nelle casse del club.

«Tutti noi stiamo facendo la nostra parte per provare a risolvere una situazione comunque critica: ci stiamo battendo in condizioni difficili per garantire la prosecuzione dell’attività a livelli minimamente competitivi per garantire la permanenza in A1 della squadra. Ma se è è vero che la Pallacanestro Varese è un patrimonio della città, questo è il momento in cui la città, a partire dalle istituzioni, deve dare dimostrazione di tenere davvero alla sua realtà sportiva più importante».

In effetti gli operatori di via Sanvito stanno battendo tutte le piste possibili per ampliare il numero dei potenziali partner commerciali della società: già tramontata la pista del possibile socio americano che era "balenata" nei giorni scorsi, l’attività dell’ufficio Marketing continua senza sosta, ma l’entità della cifra necessaria per supportare le entrate garantite da sponsor ed incassi - stimabili tra il milione e mezzo ed il milione ed ottocentomila euro: per affrontare un’A1 senza correre rischi gravosi ne servono almeno tre e rotti - è decisamente ragguardevole. Dal canto proprio la famiglia Castiglioni garantisce comunque le spese vive necessarie per iscrivere la squadra all’A1, e non si tratta comunque di "bruscolini" tra l’esercizio attuale da chiudere e la tassa d’ingresso alla Lega Basket; ma rispetto a qualche anno fa i chiari di luna generali sono molto diversi, e non è neppure possibile iniziare la stagione "alla cieca" contando nell’apporto in seconda battuta della proprietà, che in tempi neppure troppo remoti aveva ripianato i conti di fine stagione con "iniezioni" di danaro liquido tra i 2,5 ed i 3 milioni di euro...

«Per i contatti che abbiamo intavolato ritengo comunque possibile trovare ulteriori sponsorizzazioni per un’entità che va dai due ai trecentomila euro - prosegue Vescovi - Francamente però mi sembra davvero impossibile pensare di reperire risorse superiori al milione di euro, impresa titanica in tempi comunque ristretti: logico che al momento la priorità sia quella di effettuare le operazioni necessarie per l’iscrizione al campionato, ma pensare di partire senza la necessaria copertura economica è un rischio che nessuno sarebbe disposto a prendersi...»

E lo stesso Vescovi caldeggia soluzioni in tempi rapidi per evitare di trascinare la situazione troppo a lungo: al di là delle operazioni di mercato più o meno "in cantiere" sulle conferme, i problemi più concreti sono quelli legati alla possibilità di operare in condizioni di minima affidabilità, cosa decisamente complicata nella congiuntura attuale considerando anche le difficoltà nel reperire sponsor o stimolare l’interesse al botteghino nel caso di allestimento di una squadra "di minima". Insomma il messaggio di Vescovi è nitido: se qualcuno vuole dare una mano ben venga, ma che si faccia vivo in fretta per evitare che la situazione possa precipitare...

«Francamente mi sarei un po’ stufato di lavorare in queste condizioni di incertezza assoluta: Auspico che nel giro di 10 giorni al massimo si possa fare chiarezza per capire se ci sono speranze di risolvere la situazione, oppure si abbia la certezza definitiva che così non si può andare avanti in nessun modo. Però la verità è che non vorrei che si tra proprietà ed istituzioni si instaurasse il solito dialogo tra sordi: non si tratta del solito appello per battere cassa, ma di qualcosa di molto serio e delicato che riguarda tutti gli amanti del basket varesino».