Lucaweb Posted November 6, 2009 Share Posted November 6, 2009 di GIANCARLO PIGIONATTI Ma questa è l'ambiziosa Milano? Vista domenica dalle parti di Masnago sembra invece una grande... squadraccia. Il giudizio nasce dal momento n cui sarebbe stato persino lecito uno scatto degli uomini di Bucchi, invece rimasti... ombre rosse di fronte alla scatenata banda di Stefano Pillastrini le cui armi sono piccone e badile, sbattimento e sudore, buoni per scavare la fossa ai temuti e quotati avversari. Troppo prevedibili e zoppicanti per una Cimberio che, sul piano del gioco e del rendimento, facendo strame di una differenza di valori presunta in organico, ha stracciato Milano. Morale, Pillastrini batte Bucchi 7-0: quanti sono i punti di margine d'un risultato che, nelle pieghe delle valutazioni statistiche, ha rivelato verità ancor più profonde, ancorché limitate a questa gara. Il ritrovato derby con Milano ha esaltato Varese e il suo allenatore, diverso per concezione dal suo antagonista che mira al rendimento di squadra per merito delle individualità (peraltro discutibili, eppure lo stilista ha speso soldoni per accontentare l'allenatore nella sua piazza pulita a beneficio di una rivoluzione) mentre qui le virtù dei singoli emergono attraverso il collettivo, quale capolavoro di un'applicazione totale come pretende il tecnico emiliano che saprebbe trasformare un pigmeo in gigante. Certo, a lungo andare, Milano potrà trovare il suo maggiore spessore ma l'apparenza, a questo primo impatto, ha dato l'impressione di tanti fili staccati, anche per la forza d'una Cimberio che, pur con i suoi limiti, ben nascosti dalla mentalità del sacrificio, ha fulminato avversari e pronostici. Bucchi ha parlato di mancanza di sincronismi, in realtà ha funzionato solo Finley, piccolo e noto asso che, però, nel cercare punti, inusitati nei compagni, ha perso la maniglia della squadra, una specie di ufficio campioni smarriti visti gli imbarazzanti Bulleri, Mordente, Mancinelli e Rocca, gente del giro azzurro che, in una gara senza concessioni né grazie, è sembrata la rèclame di una Nazionale scombiccherata e perdente. Ovviamente i demeriti dell'una cominciano laddove emergono i meriti dell'altra, vale a dire Varese che, organizzata e furiosa, attenta e coraggiosa, in difesa come in attacco, pur con suoi difetti, evidenti in alcune sue individualità, ha sorpreso e massacrato la temuta Armani, cominciando proprio sotto canestro e nel vero senso del termine, laddove Slay ha costruito il suo dominio, completato poi dall'arco. Eccezionale veramente l'americano che, probabilmente, non troveremo sempre in uno stato di tale grazia ma quel giorno si spera di riscoprire un Morandais formato Napoli, mentre Thomas ha già fatto capire d'essere una garanzia come tiratore e difensore.. Già l'americano, ex come Galanda (scaricato l'uno ma anche l'altro), alla fine ha brindato con il calice della vendetta. Childress, per il quale non mancano interrogativi di tenuta al ritmo e all'atletismo di serie A, data l'età, ha distribuito il suo fosforo alla squadra, ben sorretto da Passera cui, probabilmente, la massima serie cade più su misura d'una LegAdue che egli considerava larga non senza una dannosa presunzione. Bravo Marco, avanti così, in umiltà. La nuova categoria sembra andare, invece, un po' stretta ad altri suoi compagni, comunque rivedibili. Dunque, due punti grandiosi per ben cominciare trovando Varese, d'ora in poi, pane per i suoi denti, soprattutto fuori casa, contro tante arrabbiate sfidanti, ben diverse da un'Armani da brutta passerella. Si diceva di qualche limite strutturale, basti pensare a un esterno da strappo (in alternativa a Childress) e a un pivot vero, che abbia il suo quarto d'ora, soprattutto quando Slay torna in panca: sono considerazioni queste che ci stanno e che lo stesso presidente non giudica eresie, al di là di un budget che ha obbligato certe scelte, seppur ideali secondo la filosofia di Pillastrini cui un giocatore deve funzionare anche come uomo, ponendo l'unico fine nel gruppo. Con due ritocchi questa Cimberio sarebbe da quinto posto, sempre che la condotta di Milano non faccia credere a un po' tutti, e più di quanto sia ammissibile, d'aver preso lucciole per lanterne. Sicuramente continua l'incantesimo, d'un lavoro che paga, perché profondo e mirato a un rendimento che non ammette, al di là degli errori, fannulloni né primedonne. Lo stesso abbraccio negli spogliatoi tra biancorossi, da Galanda a Mian, tra lo stesso Vescovi e Ferraiolo, come se si fosse vinta una Coppa dei Campioni, dimostra lo spirito di questa squadra. Che è cemento armato. Gianmarco Pozzecco, uomo Armani, è stato rapito, come sempre, dall'atmosfera di Varese il cui ambiente, osservava, non ammette paragoni in Italia e se in casa la musica non cambierà spartito né note, seguendo il suo ragionamento, questa Cimberio è da play off sparati. Fuori campo l'ex regista della Stella, cui da un mese frulla una nuova idea per la testa (come tante che gli vengono per non diventare troppo normale), volendo fare l'allenatore, pure invitato da Ettore Messina a Madrid per prenderne le misure, è andato dritto da Pillastrini per complimentarsi. Varese, con 22.000 euro incassati per spettatori paganti e la prima scossa data al campionato, è tornata, il grande basket le sta benone. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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