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In cammino per una nuova strada


Lucaweb

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di GIANCARLO PIGIONATTI

Il respiro è ancora leggero. Lo fanno notare, indicando la classifica, coloro che, due anni fa, di questi tempi, convivevano con una squadra già al rantolo. Stavolta, poi, non mancano vere recriminazioni, che fanno supporre un futuro diverso, appena questa Cimberio avrà una faccia più sicura, come evoca l'improvviso "rifornimento" di ambizioni da parte del presidente che punta su un Reynolds super, in alternativa a un Childress in panne e a un Thomas normale, che pizzica Tusek, quello vero, se non è scomparso tra i ricordi, che maledice barelle e terapie per una versione di Varese "in corpore sano" e che aspetta la sentenza sul conto di Ron Slay per capire come muoversi per acquistare l'ultimo pezzo che dovrà essere forte.

Già, Slay. Che è tutto un programma, in sospeso tra infortunio e sentenza, l'uno non recuperabile in tempi prescritti, l'altra attesa da troppo tempo. E, se prima della scoperta di due ernie era ovvia la benedizione di un'assoluzione o di una squalifica breve, adesso è immaginabile l'augurio del contrario perché, in caso di una sentenza dura e impietosa (seppur per una questione di procedura in un controllo antidoping), il contratto che lega la Pall. Varese all'americano diventerebbe carta straccia, il che significa un bel po' di quattrini non spendibili, quindi impiegabili per un sostituto degno.

Puro cinismo? Inconfessabile per un club che vuol darsi uno stile di signorilità. Già, non è bello tentare la fortuna sulle disgrazie di altri ma qui il confine tra i destini di un atleta e quelli di un club non ammette sentimentalismi. Di mezzo c'è un interesse di bottega, spregiudicato fin che si vuole, ma che scavalca quello, pur condivisibile, di un singolo. Che in bottega non ci va più. Bisogna ricordare che se Slay trovasse clemenza o mano meno pesante nei giudici di Losanna, il contratto - sottoscritto a suo tempo - non contemplerebbe la rescissione, quindi bisogna curarlo (cosa buona e giusta) e mantenerlo (roba da disdetta). Ron, a 28 anni, ha bisogno di credere nel suo lavoro e, solo guarendo, può averne la certezza, ci auguriamo tutti che, negli Usa, che raggiungerà in questi giorni, trovi una risposta chiara, da parte di alcuni specialisti, sui tempi del recupero.

Da un momentaccio senza affanno a un futuro più tranquillo il passo può essere spedito o falso, dipende dal match con Ferrara fra due domeniche a Masnago. Adesso però incombe la gara di Treviso nella quale troviamo una Cimberio più sana (Galanda è a posto e Thomas dice di star bene), arricchita da J.R. Reynolds, tesserato ieri a fil di scadenza.

L'americano, stimato cestista in altre avventure, può debuttare in serenità, fuori da occhi puntati come fucili, d'una tifoseria che, a questo punto, s'aspetta un po' di provvidenza nel reparto play-guardie.

Resta da capire se, stasera, la Cimberio può osare. E' fuor di dubbio che la squadra di Pillastrini ha nulla da perdere: sarà anche una presentazione di maniera, abusata, ma può rendere l'idea di un pronostico talmente avverso da opporvi un incitamento al colpaccio che, seppur remoto, nello sport ci sta.

La Benetton vanta quattro punti in più di Varese, cioè quanti i biancorossi avrebbero, presumibilmente, senza gli schiaffoni della malasorte e, domenica scorsa, ne ha subiti più di venti a Cremona, segno che va a giornate. Possiede però tre americani di un certo tocco e di spiccata personalità, quindi europei dell'Est, atletici e di buona applicazione, infine giovani interessanti, ancorché Hackett non ci sembra un asso nel suo ruolo. A Treviso aspettano Martinoni, supervaresino ma di loro proprietà, mentre qui si può solo imprecare...

E', ovviamente, una sfida particolare per Niccolò che, semplicemente, non deve farsi divorare da una voglia matta di mostrare la propria bravura, sennò ottiene l'effetto contrario. Agli altri biancorossi Varese chiede una prova gagliarda sulla strada di un possibile cambiamento, pensando al futuro.

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