Lucaweb Posted December 19, 2009 Share Posted December 19, 2009 di GIANCARLO PIGIONATTI Guarda, chi c’è. Daniel Farabello torna a Masnago come un ex speciale, non fosse altro per quel po’ di risentimento che, all’indomani del suo addio, nutrì per la Pallacanestro Varese. L’italoargentino pensava forse di chiudere la carriera qui e metter su casa, invece si trovò - scaduto il suo contratto - in mezzo a una strada. La società avrebbe anche potuto accettare un nuovo rapporto con Daniel, se non che il suo procuratore, credendolo un intoccabile, sparò forte sull’ingaggio. Ne sortì una pausa d’aspettativa per un Farabello all’arrabbiata ma su un binario morto, data l’intransigenza della dirigenza prealpina, orientata a fare altre scelte. Farabello, vistosi perso, un giorno entrò in sede con signora al seguito per salire ai piani alti (quelli del Casti-Group) e incontrare il grande patron, credendo che soltanto il grande patron, comprendendo le sue ragioni, lo avrebbe raccomandato a dirigenti e allenatore. Non sappiamo come andò esattamente quel colloquio ma possiamo immaginare che Gianfranco Castiglioni, pur apprezzando tanta voglia di varesinità dell’italoargentino, si sarebbe poi rimesso alle decisioni del suo staff tecnico, soprattutto dell’allenatore che era pure un suo connazionale. Già, Magnano. Che non solo non spese una parola per la sua conferma ma, a quanto pare, lo "depennò" perentoriamente dalla lista di un possibile nuovo organico. I suoi ultimi trascorsi in squadra non erano piaciuti al tecnico argentino i cui vivaci conciliaboli con il giocatore erano diventati vistosi per la platea di Masnago. Farabello, quella volta, rischiò di restare a spasso finendo poi a Minorca ma con un contratto a gettone: la famiglia ingoiò amaro ma continuò a vivere per un po’ a Varese. L’anno dopo Daniel tornò in Italia sistemandosi a Ferrara in LegAdue, almeno sino a quel buffo destino che cambiò scenari del tipo "oggi a me, domani a te" con Varese retrocessa e Farabello in serie A. A Masnago, domenica, Daniel e il club biancorosso s’incrociano ma ad asce di guerra sotterrate, avendo il tempo messo un po’ di polvere sul suo vecchio smalto, ancorché valente comprimario nelle file di Ferrara per quel suo intatto spirito battagliero. Restano indimenticabili, in tutti i sensi, le sue stagioni qui. Seppur entrato in punta di piedi, dopo un periodo di prova, come si fa con certe macchine, per scoprirle poi, e magari tardi, che sono da corsa, egli fu subito un atleta speciale, tanto da conquistare all’istante il cuore del pubblico. Daniel si conquistò questo privilegio affettuoso con le sole sue forze, spremendo, ogni volta, sul campo, tutto se stesso: nel bene e nel male, sempre esagerato, per dedizione, alla causa biancorossa. Ricordate le sue strisce furiose? Come una palla di cannone in campo aperto o come un dardo velenoso a difesa schierata. Se era in vena, faceva venir giù il palazzetto ma se, non era giornata, sembrava una... mitragliatrice impazzita che sparava alle mosche. In verità, nell’ultima sua stagione, erano più i momenti no che quelli irrefrenabili d’una Masnago in calore ma i tifosi, pur discutendolo, lo amavano. Ed era giusto così per un atleta, sempre crepitante e coraggioso, nel tentativo di trascinare una squadra che sentiva sua da sempre. Certo, le valutazioni cestistiche possono mutare, non gli affetti per un atleta che, domenica, merita un applaudito tuffo tra i ricordi. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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