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«Cimberio bellissima. Ed è un gruppo vero»


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[color=#000000][font=Verdana][size=1][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Piace anche a Marino Zanatta la Cimberio frizzante e reattiva. L'ex giocatore della grande Ignis, poi g.m. e presidente ai tempi di DiVarese e Ranger, apprezza la coralità e il gioco spumeggiante della formazione di Frank Vitucci: «La squadra è bellissima, e sottolineo il termine “squadra” perché in passato c'era la somma di tante individualità, mentre adesso si vede un gruppo vero in cui gli italiani portano entusiasmo e aggressività. Appena ho visto Dunston ho pensato subito: “Che bel giocatore, mi ricorda Kevin Magee”: Bryant mi ha fatto una bella impressione, è atletico e agile, lotta sempre al massimo ed è un elemento di grande energia e positività».[/size][/font][/size][/font][/color]

[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Da ex addetto ai lavori, Zanatta propone la sua ricetta per evitare di sovraccaricare la squadra di aspettative e continuare a garantirle la spinta giusta nella corsa al vertice: «Sono contento in particolar modo per Cecco Vescovi, e per Renzo Cimberio che da tanti anni investe risorse nel basket e vede finalmente ripagati i suoi sforzi: complimenti a chi ha pensato e gestisce questa squadra in grado di di regalare emozioni alla città. Ora è giusto che tutti si godano questo momento di grande entusiasmo, però la cosa da fare è vivere al massimo questo periodo positivo senza mettere pressione. Guardare troppo in là sarebbe un errore: cerchiamo di battere le mani e far sentire amati questi giocatori sapendo che arriveranno momenti difficili ma dovremo superarli col sorriso sulle labbra».[/font][/size][/size][/font][/color]

[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Tra le varie edizioni del passato cui la Cimberio è stata paragonata, l'ex dirigente biancorosso indica la prima DiVarese, quella del 1986/'87, partita senza troppe aspettative e poi prima a fine regular season: «Il paragone è azzeccato sul piano dello spirito e della mentalità, perché quella squadra giocò per due anni una pallacanestro bellissima e spensierata sfidando a viso aperto le big. Venivamo da anni di lavoro con un tecnico super a livello didattico come Riccardo Sales, ma la sua signorilità evidentemente contagiava anche la squadra e allora andammo in cerca di un tecnico di grande personalità. Ma prima Peterson e poi Tanjevic ci dissero di no, allora io e Toto Bulgheroni pensammo che Joe Isaac fosse la persona giusta per gestire quel gruppo».[/font][/size][/size][/font][/color]

[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Oggi, intanto, l'ex giocatore varesino (foto Blitz a destra), assiduo frequentatore del PalaWhirlpool, si gode nuovamente una Varese da vertice: «Con Augusto Ossola ci gustiamo questa squadra ricordando l'armonia che c'era allora. Si parla sempre di chimica di squadra ma solo al momento in cui i giocatori si trovano in spogliatoio sai se il minestrone con 10 ingredienti che hai messo insieme è buono o cattivo. E non è questione di soldi: l'anno che spendemmo di più fu quello della retrocessione... Di sicuro, alla base ci sono persone capaci come Vescovi e Vitucci e lo spessore caratteriale di una squadra che sulla scorta del precampionato ha acquisito grande fiducia in se stessa e non si dà mai per vinta come ha dimostrato a Brindisi».[/font][/size]
[size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Giuseppe Sciascia[/font][/size][/size][/font][/color]


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