[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Vent’anni fa Marino Zanatta era general manager della Pallacanestro Varese. Gestì l’era DiVarese, l’era Ranger e i rispettivi “dopo”: squadre che implosero dopo aver fatto sognare. «Ma i paragoni sono impossibili, per tanti motivi - dice - A cominciare dal fatto che DiVarese e Ranger costituirono momenti diversi del medesimo ciclo: c’era il vincolo sui cartellini dei giocatori. Oggi vanno e vengono come gli pare, anche a campionato in corso: la Cimberio di Vitucci non poteva che durare una sola stagione».[/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3][b]Un esempio?[/b]
Pittman, giocatore straordinario e amatissimo da tutti. Se non si fosse infortunato gravemente non l’avremmo mai tagliato: quando si fece male anticipammo l’arrivo di Maury, che già stavamo seguendo in prospettiva. Fu una decisione d’emergenza, non di mercato: tanto più che gli americani da regolamento erano solo due.
[b]Quindi?[/b]
È assurdo fare confronti con l’anno passato, quando a basso costo si allestì un dream team che andò oltre ogni aspettativa: ovvio che la nuova squadra fosse meno forte. In Italia solo pochi club ricchi possono prima scegliere e poi tenere quelli bravi[/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3][b]Lei è deluso o fiducioso?[/b]
Ho fiducia e pazienza, vorrei che fosse così per tutti i tifosi. Cambiando tre-quattro pedine chiave non si può pretendere di trovare subito la chimica giusta. Gli Indimenticabili furono una splendida eccezione: di norma ci vuole tempo, diamolo a questa squadra e a questo coach per costruire un’identità che al momento non c’è. Lecito sperare che il cammino fosse più facile, ma non è il caso di indignarsi per i trentelli: sono episodi, per quanto sgradevoli.
[b]Qualcuno critica Vescovi.[/b]
Questo è comico: ma la gente, si sa, ha la memoria cortissima. Ricordo che la stagione dopo la stella, quando andò male l’Eurolega, non il torneo di Buguggiate, parte del pubblico prese a insultare Bulgheroni. Fai sacrifici per dieci
anni, vinci lo scudetto e basta così poco perché vogliano farti fuori? Bisognava dirgli solo grazie, come a Cecco adesso.
Frates non è mai stato amato del tutto. E ora qualcuno lo addita...
L’allenatore vede i giocatori tutti i giorni, sa come stanno e cosa possono dare. Chi guarda da fuori non ha tutti questi elementi: su che basi fischia? Frates è capace, intelligente, esperto: può stare simpatico o no, ma questo non conta. Diamogli la possibilità di esprimersi con il gruppo al completo e sano, poi sarà il momento di giudicare i risultati. Nessuno di noi conosce il valore della squadra, perché non è mai stata integra e non ha ancora un gioco collaudato.
[b]Eurolega ed Eurocup: occasioni perse o palcoscenici troppo grandi?[/b]
Io le coppe le farei sempre: danno visibilità, sono affascinanti e istruttive, fanno crescere tanto. Però il basket continentale è diverso, per reggerlo devi avere esperienza ed essere a posto fisicamente. Perché viaggi tanto e ti alleni poco, quindi ti stanchi di più, nel corpo e nella testa. Era giusto provarci.
[b]Clark serve o no?[/b]
È un giocatore atipico. Non è un play classico, né una guardia tiratrice: però sa portare palla e ha momenti da ottimo tiratore. Di sicuro non ha l’inventiva dei creativi: quando ha la palla comincia un gioco, ma non detta giocate. Fatte le debite proporzioni, la soluzione potrebbe essere gestire lui e De Nicolao come fece Banchi a Siena con Hackett e Brown, anche se non c’è la stessa esplosività. Nella famosa identità del gruppo da costruire è compreso pure l’utilizzo giusto di Clark.
[b]Hassell ha futuro?[/b]
Che sia meno forte di Dunston è evidente ed era prevedibile. Però in difesa soffre, e in attacco i compagni non lo cercano spessissimo. Siccome non si sa quanto sia colpa sua e quanto no, bisogna lavorarci, crederci. E lui deve migliorare, soprattutto in difesa e a rimbalzo.
[b]I rimbalzi, mistero doloroso. [/b]
Sono un mix di coraggio e umiltà. In attacco devi buttarti e volerli. In difesa senza tagliafuori non li prendi mai: il tagliafuori è un fatto mentale, di abitudine cristallizzata in allenamento. Anche qui, meccanismi difensivi stabili genereranno statistiche migliori.
[b]Il paradosso è che la classifica è buona, e il calendario pure.[/b]
È presto per guardare la classifica: sono convinto che questa squadra alla lunga darà esattamente per quello che ha.
[b]Cosa la preoccupa di più?[/b]
Questa fretta, questa mancanza di fiducia che serpeggia e può contagiare lo spogliatoio: quando si comincia a fare le pulci diventa un problema.
[b]Varese-Brindisi: cosa vedremo?[/b]
Loro sono una squadra quadrata e convinta: dobbiamo disputare partita attenta, solida, concreta.
[b]Se perdiamo?[/b]
Non mi aspetto conseguenze drastiche, sarebbero fuori luogo. Cosa direbbe alla gente di Masnago? Di sostenere la Cimberio, perché in momenti così l’ambiente sereno è fondamentale.
Stefano Affolti[/size][/font][/color]
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