Jump to content

[color=#000000][font=Verdana][size=1][color=#2F2A2B][font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]L’ultima volta che Marino Zanatta si era ritrovato a parlare di Varese, erano uscite cose belle e vere. Tanto che Frank Vitucci, dopo averle lette le fece proprie rilanciandole e ricordandole in una serie di interviste successive. Conviene rinfrescare la memoria, allora: anche perché in mezzo c’è stata un po’ di roba da raccontare: un derby a Milano vinto, un primato in classifica, un titolo di campione d’inverno sempre più vicino. «Intanto - dice il grande Marino - fatemi mandare un messaggio speciale al mio amico Bob Morse, che compie gli anni. Sessantatre primavere e non sentirle, ma a tirare il gruppo dei vecchi compagni sono sempre io: cuore malandato, ma non mollo».[/size][/font][/color][/size][/font][/color]

[color=#000000][font=Verdana][size=1][color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif][b]«Il primato non pesa»[/b][/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Non molla, Zanatta: un po’ come questa Varese, che tiene botta lassù in cima alla classifica. «E noi - dice l’ex Ignis - continuiamo a godercela: questo primato resterà sempre un piacere e un onore, mai un problema o un’ossessione. Ecco il segreto di Varese». E allora via con la domanda da un milione di euro: quanto durerà questo sogno? «Finché questi ragazzi si ricorderanno di giocare come una squadra, perché solo così possono vincere. Un po’ come in cucina: per cucinare un buon piatto di pasta ci vogliono gli ingredienti migliori, ci vuole la bravura del cuoco che li mette insieme, ci vogliono i tempi giusti».[/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif][b]«Come un piatto di spaghetti»[/b][/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Ecco, la Cimberio come un piatpiatto di spaghetti: «Un ottimo piatto di spaghetti, il piatto più buono del mondo. Riuscitissimo, grazie a tutti ma soprattutto grazie a questi giocatori: hanno capito che non devono dimostrare niente a nessuno, hanno capito che armonia significa vedere il tuo compagno che fa una bella cosa. Godiamocela: mal che vada, perderanno una partita. Che non cancellerebbe tutto il bene fatto fino ad oggi». Intanto, i momenti difficili sembrano essere arrivati: l’infortunio di Ere è una tegola mica da ridere. «Verrà a mancare un giocatore importante, anche se in questa squadra sono tutti importanti: sarebbe stata la stessa cosa se si fosse fatto male Polonara o De Nicolao. Non sarà[/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]un’assenza lunga, e credo che la squadra riuscirà a tamponare il problema». La società è stata chiara e perentoria, nel non voler andare sul mercato a caccia di un sostituto a tempo: «E ha fatto benissimo: darà fiducia a chi finora ha giocato meno, e chissà che tra un mese non ci ritroveremo un Rush più convinto e più pronto. La squadra reagirà: noi abbiamo vinto una Coppa dei Campioni senza Meneghin. L’importante è che Ere recuperi con calma, perché gli infortuni muscolari sono subdoli».[/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif][b]«Noi eravamo Varese»[/b][/font][/size][/color]
[color=#2F2A2B][size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Intanto da Cantù arrivano le parole di Trinchieri: Varese come il Verona di Bagnoli, può arrivare in fondo e stupire tutti. «Fa piacere che il coach di Cantù abbia cambiato idea, visto che qualche mese fa sosteneva che saremmo crollati presto. Ma è normale che sia così, perché la squadra ha convinto tutti strada facendo: e io credo sia partito tutto dalla vittoria di Brindisi. Sotto di sette punti a meno di un minuto dalla fine, quella rimonta ha cambiato la testa di tutti». Tutto, poi è stato un crescendo: «La squadra ha trovato la consapevolezza giusta, la convinzione di essere forte: non ha pietà, non molla nulla. Come il barbaro Brenno quando invase Roma, e mettendo la sua spada sul piatto disse “Vae Victis, guai ai vinti”». E domani, ecco di nuovo Stipcevic: «E chissenefrega. Rok è un buon giocatore, ci mancherebbe: ma quando una squadra è forte come Varese, gli avversari non contano. Nikolic in allenamento non ci faceva mai giocare cinque contro cinque, per abituarci a non considerare gli avversari: avremmo giocato con l’Armata Rossa, il Real Madrid o Milano non sarebbe cambiato nulla. Perché noi eravamo noi, noi eravamo Varese». ■[/font][/size][/color][/size][/font][/color]


User Feedback

Recommended Comments

There are no comments to display.



Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...