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«Precipitati in un buco nero. Via gli alibi e le facce scure»


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Cantavano, tanti anni fa, “Addio sogni di gloria”. A Varese, oggi, si canta ancora. Tonalità dimessa, dolente, triste. Come accade quando scopri, a tue spese, che il coro che pensavi d'avere a disposizione non è quello del Teatro alla Scala e che, a conti fatti, le stecche sono assai più degli acuti. Canto, anche, preoccupato accompagnato da relativo avviso: le prospettive future per la Cimberio sono cambiate. Ora ci si deve guardare soprattutto dietro. Anche se il “direttore” del coro, Stefano Bizzozi, nel leggere note e spartito, qualche dubbio sull'impianto armonico l'ha sempre avuto: «In verità - dice il coach di Varese - fin dal primo giorno del mio nuovo incarico ho sempre avuto chiaro che la nostra classifica andava guardata, e pure seriamente, in entrambi sensi. Fin dal primo allenamento ho esplicitato questa mia presa di coscienza ai giocatori chiedendo di lavorare duro per uscire rapidamente dalla spirale negativa nella quale ci siamo ficcati. Oggi sembra che la mia squadra sia precipitata dentro un buco nero e sembra che non possa succedere altro che continuare in questo modo così negativo. Una spirale dentro la quale le sconfitte sembrano essere parte accettata del modo di vivere. Ho chiesto ai ragazzi di ribellarsi mentalmente al circolo vizioso che sembra essersi impadronito del gruppo. Da uomini veri dobbiamo essere capaci di reagire e dire stop a questa situazione».[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]

Capaci, come? «Mettendo da parte il vittimismo e il pensiero che se le cose oggi stanno andando male, andranno sempre peggio. Via gli alibi, le facce scure e avanti senza più piangerci addosso, coinvolgendosi e aiutandosi l'un l'altro partendo da noi, dallo staff, per incidere trasversalmente su tutti i giocatori. Conoscendo i ragazzi, apprezzando il loro livello di applicazione, sono il primo ad essere sinceramente spiaciuto per la situazione. Tuttavia, oggi, ritrovando i giocatori per la ripresa degli allenamenti dirò loro che non serve, non è utile e non “macina” uscire dal campo col rimpianto e l'amaro in bocca per non aver dato tutto. La grave sconfitta subita a rimbalzo ha rappresentato il segnale evidente di una squadra con poco “fuoco” dentro. Ecco, contro Montegranaro è accaduto esattamente questo: siamo usciti da Masnago con il rammarico, davvero inaccettabile, di non aver lasciato sul parquet anche il sangue. Perchè, al di là del vincere o del perdere, da noi il pubblico si aspetta soprattutto questo».
Massimo Turconi[/size][/font][/color]
 


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