Paolo Moretti è pronto a plasmare la sua Openjobmetis. Dopo la prima fase della preparazione calibrata sul lavoro atletico, da oggi a Chiavenna il tecnico aretino entrerà nel vivo della costruzione dellidentità corale della squadra. «Nei primi dieci giorni abbiamo cercato di allargare la base della quantità di lavoro e rendere omogenea la quantità di cavalli nel motore di ciascuno, non sapendo mai in che condizioni e quando arrivano gli stranieri. Ma già negli ultimi due allenamenti i ragazzi scalpitavano mostrando grande voglia di agonismo: la full immersion di Chiavenna servirà a inserire la competizione, oltre agli aspetti di tecnica e tattica legati ai giochi di squadra».
In attesa di vederla in campo, lidentità della squadra pare comunque chiara: un gruppo omogeneo, senza un terminale designato, basato sulla coralità e sulla disponibilità di ciascuno ad essere - a rotazione - protagonista o gregario.
«Mi auguro che sia così, perché il gruppo è stato costruito proprio in funzione di questo concetto. È logico che dovranno comunque esserci punti di riferimento e gerarchie definite, però la chiave sarà la capacità di ciascuno di essere paziente per ricavarsi a rotazione il ruolo da protagonista: nella mia testa lobiettivo è una squadra che sappia trovare in ogni partita lelemento decisivo allinterno del collettivo».
Per questo nei primi giorni a Masnago si è insistito molto sui concetti di spaziature e circolazione di palla?
«La capacità di comprendere il gioco e passarsi il pallone sono tra le caratteristiche che più mi piacciono; non labbiamo impostata come una priorità assoluta avendo voluto puntare anche su altri aspetti, ma è una cosa che accomuna tanti giocatori che abbiamo scelto. Ora attendiamo Faye, soprattutto perché dovrà essere un elemento importante per le dinamiche difensive. Una volta al completo vorremmo iniziare a parlare lo stesso linguaggio sul piano tecnico-tattico».
Visti sul campo, i giocatori che avete scelto sul mercato hanno confermato le vostre aspettative?
«Condivido la vostra analisi di lunedì scorso: negli aspetti più definiti ci sono sfumature di verificare. Abbiamo scelto di non puntare sul gigante darea e con certe avversarie potremmo pagare quellaccoppiamento, così come contro chi ha unala forte molto dinamica. Ma abbiamo tantissime opzioni da esplorare: dalla possibilità di giocare con due ali grosse al ritorno al basket anni 80 e 90 con due lunghi veri, per girare questi possibili svantaggi».
Tutte soluzioni da sperimentare in un precampionato in cui conterà imparare rapidamente a conoscersi più dei risultati.
«Soprattutto allinizio il precampionato servirà per provare tutte le soluzioni a disposizione: rispetto al punteggio ci saranno altre priorità, a partire dalla necessità di assimiliare il metro arbitrale e linterpretazione dei passi per chi non ha mai giocato in Italia e in Europa. Poi, quando ci si avvicinerà al campionato, si lavorerà sulla mentalità da partita: fare punti è bello, ma qui si deve sempre scendere in campo per vincere».
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