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«Servono impianti moderni»


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[font=verdana][size=3]Anche Toto Bulgheroni prova a tastare il polso al basket malato di poca visibilità. L'imprenditore che fu proprietario della Pallacanestro Varese dal 1981 al 2001 spiega così le cause delle attuali difficoltà.[/size][/font]
[size=3][font=verdana]«Il movimento non ha saputo adeguarsi a tre eventi abbastanza importanti. Il primo è la scomparsa dei cartellini, che ha inciso in maniera devastante sulle società, private del valore patrimoniale dei giocatori. Il secondo è quello del professionismo, che è stato ampliato troppo togliendo interesse ad investire sui giovani. Il terzo è quello degli impianti: non solo a Varese, dove si gioca in una struttura che ha 50 anni, ma non ci sono stati più investimenti su strutture adeguate alle nuove esigenze di un pubblico che oggi ha un'offerta di partite moltiplicate anche dalla visibilità di 4 o 5 gare della NBA la settimana. Al di là di casi isolati, come Siena, Roma e Milano, dove più che investire i proprietari spendono molti soldi, il resto del movimento soffre perché in questo sistema si crea un'inflazione dei costi difficile da sostenere. E comunque la pallacanestro di vertice sta in piedi se è in grado di avere un palcoscenico televisivo adeguato. Non entro nel merito delle scelte, ma da un punto di vista qualitativo il prodotto non è adeguato agli standard».[/font][/size]
 
[size=3][font=verdana]A suo avviso quali possono essere le soluzioni per provare ad invertire il trend negativo?[/font][/size]
[size=3][font=verdana]«Lunedì sera, per curiosità, sono andato al PalaWhirlpool per assistere al derby della categoria Under 13 e sono rimasto favorevolmente impressionato dal livello di gioco e di fondamentali che sinceramente non pensavo fosse così alto. Fino a 15-16 anni i ragazzi italiani non hanno nulla da invidiare a quelli del resto del mondo; il problema è completare il loro percorso di crescita, per questo ritengo importante una riforma mirata dei campionati affinchè si ridìa stimolo alla produzione di giovani, restringendo ulteriormente il vertice del movimento. E poi perseguire una politica di bilanci certificati, in modo da permettere che solamente chi è in grado di stare su un certo palcoscenico possa effettivamente partecipare ai campionati».[/font][/size]
 
[size=3][font=verdana]Che importanza riveste la Lega Basket nel rilancio del movimento?[/font][/size]
[size=3][font=verdana]«La Lega può fare in funzione delle deleghe che la Fip le dà: dovrebbe avere più autonomia, al limite copiando il modello spagnolo in cui l'Acb gestisce direttamente il campionato. L'elezione di Minucci? Non ho seguito più di tanto la vicenda. Conosco il nuovo presidente solamente per i risultati che ha ottenuto: mi auguro che sappia portare in Lega quella managerialità che ha dimostrato nella sua società. Se i club lo hanno scelto, ritengo sia la persona più adatta. Mi auguro che si allineino con grande spirito di collaborazione».[/font][/size]
 
[size=3][font=verdana]Dote che, assieme alla capacità di mettere da parte gli interessi privati per fare il bene di tutto il movimento, fu il segreto del successo del basket negli anni in cui lei era proprietario...[/font][/size]
[size=3][font=verdana]«Io fui vicepresidente di Lega per tre mandati lavorando con i vari Porelli, Allievi, Prandi e Viola: tutti presidenti di società che però hanno operato nell'interesse generale. Quando fu data la possibilità a certi personaggi di comportarsi in una certa maniera in Lega fu deleterio per tutti. Perché le cose funzionino occorrono buone idee e persone di qualità».[/font][/size]
 
[size=3][font=verdana]Come vede la situazione di Varese nel quadro del nostro basket?[/font][/size]
[size=3][font=verdana]«È un modello eccezionale: hanno aperto una strada, li ammiro e per quel che posso li sostengo. Certo, non bisogna dimenticare che giochiamo nello stesso impianto del 1964, anche se ogni proprietà ha fatto interventi migliorativi. Ma, al di là di quello offerto dai giocatori, ci vuole un'altra qualità di spettacolo per proporre un intrattenimento completo. Però condivido pienamente la politica votata ad assicurare la continuità a buoni livelli della società: i risultati del campo possono essere più o meno positivi, ma in questo momento storico garantire la sopravvivenza del club è basilare».[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Giuseppe Sciascia[/font][/size]
 


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