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Prima il budget, poi i programmi per il futuro. E la battaglia del grano si sta giocando proprio ora, partendo nel periodo giusto dell'anno per provare ad avere più certezze nel costruire la Varese che verrà. E se la società di piazza Monte Grappa dovesse ridurre ulteriormente il budget rispetto al meno 15 per cento dell'estate scorsa? Non è detto che sia un problema insormontabile, a patto di far tesoro degli errori commessi nel 2013. Innanzitutto nel tarare in maniera giusta le ambizioni rispetto alle possibilità economiche: alzare l'asticella degli obiettivi farà sognare i tifosi e di conseguenza vendere abbonamenti, ma alla prova del campo il risveglio può essere traumatico. E per un club che ha bisogno di visibilità ed entusiasmo l'effetto boomerang rischia d'essere pesante.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Poi la scelta dell'allenatore: se con Pillastrini, Recalcati e Vitucci il presidente Cecco Vescovi ha sempre saputo scegliere il tecnico e l'uomo adeguato ai tempi, mettendolo nelle condizioni ottimali per operare, così non è stato per Fabrizio Frates. Anche alla luce dei troppi vincoli tecnici ed emotivi legati agli Indimenticabili già in organico che hanno finito per diventare un fardello, visti i condizionamenti ambientali dei tifosi.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Dunque, prima di tutto serve stabilire il budget e sulla base delle risorse disponibili stilare un programma tecnico da affidare ad un allenatore che sia adatto a portarlo avanti secondo i dettami della società. Che con pochi vincoli contrattuali in essere dovrà avere mano libera su qualsiasi scelta tecnica, così come la ebbero Pillastrini nel 2008, Recalcati nel 2010 e Vitucci due anni fa.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Infine l'aspetto motivazionale, in quest'annata mancato all'appello: le scelte sull'usato sicuro (stile Clark - foto 1 Blitz, Coleman e Scekic - foto 2 Ciamillo - ma anche lo stesso Frates) non hanno pagato dividendi. In ottica futura meglio tornare a scommettere su giocatori affamati, pescati da categorie inferiori o leghe minori: basti pensare a Green, Banks (foto 3 Blitz) e Dunston, ma in passato anche a Goss e Kangur. Dopo il 100 per cento di decisioni azzeccate dell'estate 2012 è subentrata inconsciamente l'idea che nell'ambiente di Varese anche giocatori dai limiti (e dai pregi) conclamati in anni di basket italiano potessero adattarsi alle esigenze della Cimberio. Così non è stato e i risultati sono sotto gli occhi di tutti; ma con meno aspettative e più coraggio la coppia Vescovi-Giofrè, ripartendo da zero o quasi, dovrà far fruttare i talenti che la società metterà a disposizione. La caccia all'affare (su italiani per la panchina e qualche prospetto straniero) è aperta: se la capacità di spesa è poca, il valore dello scouting aumenta in maniera esponenziale...[/size][/font][/color]


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