
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]È accaduto nulla di diverso rispetto alle attese. Caserta era battibile ed è stata messa in riga, pur risparmiata nella differenza punti rispetto alla gara di andata: sarebbe bastato ai biancorossi un canestro in più per sterilizzare l'effetto di un vantaggio che i campani hanno conservato senza alcun epico sforzo. Probabilmente questo ammanco non peserà alla fine, almeno a giudicare la classifica che, appena un gradino sotto la quota playoff, scoppia di squadre con la prospettiva di un arrivo in mucchio visti i risultati di formazioni che, pur chiuse dal pronostico, hanno dimostrato di essere più che mai vive per un possibile colpo di coda. Una domenica tranquilla per una Cimberio non trascendentale ma nemmeno mediocre, pur sempre accerchiata dai suoi limiti, innanzitutto atletici sotto i tabelloni, laddove gli avversari volavano come rapaci pur senza la maestosità delle aquile.[/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]L'altra pecca, evidente come uno scarabocchio su un foglio bianco, ha riguardato sin dagli inizi di stagione il ruolo del play, non potendo De Nicolao recitare con uguale intensità tale parte per intero. La curiosità, dunque, fluiva sugli spalti, sempre carichi di passione nonostante le delusioni patite, alla scoperta del nuovo americano Stoglin. Che non fosse l'uomo della provvidenza, non essendo aggregato ad alcuna squadra dopo averne assaggiate alcune in una sola stagione e avendo accettato un ingaggio onesto (duemila euro o poco più a gara), lo si sapeva, dovendo un po' tutti non indulgere in grandi aspettative, a cominciare dal saggio coach Bizzozi che l'ha esibito alla platea di Masnago con misura (limitata). Le cronache hanno già raccontato della prestazione di Stoglin, peraltro coincidente con il break partita della Cimberio, sicuramente rivedibile nei meccanismi del collettivo al fine di capire se Terrell possiede più spessore tecnico di quanto abbia palesato nel suo debutto. Come prima impressione, egli non ha certo mostrato quell'agilità tecnica tipica di un giocatore disinvolto per talento, né tantomeno confidenza con il tiro dalla lunga distanza, a giudicare i suoi tentativi di domenica, come sassate nel vuoto. Tuttavia la sua fisicità lo sostiene in entrate al ferro che raramente appartenevano a Clark. Morale, non si può dire che Stoglin sia piaciuto ma che nemmeno sia dispiaciuto dovendo rimandare una sua più attendibile valutazione alle prossime decisive gare, soprattutto alla prossima, a Bologna, dalla quale potrebbero pendere le sorti della Cimberio. Certo è che si può pretendere ben altro valore da un uomo del domani allorquando si volterà pagina per scrivere nuove storie, magari con Gianmarco Pozzecco (foto archivio) sulla panchina. Una prospettiva ancora indicativa per una Pallacanestro Varese che già pensa a possibili futuri scenari, soprattutto a chi affidare le chiavi di casa. E Pozzecco, al di là di ogni suggestione mediatica, per il suo essere personaggio legato alla nostra storia, l'ultima e bella della Stella, è un candidato serio. Suoi vezzi a parte - lo conosciamo: o lo si ama o lo si odia, non lo si accetta fra se e ma - sicuramente egli ha idee sue e chiare, crescendo come tecnico, a dir poco entusiasta del proprio ruolo, alla continua ricerca di insegnamenti utili attraverso esperienze e competenze di grandi allenatori, come Recalcati, Messina e Tanjevic cui, periodicamente, chiede consigli e lumi. Il che significa umiltà e frenesia al servizio di grandi ambizioni per una nuova sfida da vincere, stavolta in panchina. Se sono rose, fioriranno...[/size][/font][/color]
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