[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Chi crede alla cabala è autorizzato a toccare ferro: 113 a 117 è un punteggio da... smorfia. Anche quella della delusione per aver buttato via una vittoria. Il post Natale biancorosso si ferma a una manciata di secondi dal successo. Avanti di cinque gli uomini del Poz non rallentano, corrono e "sfondano" il muro azzurro. Varese schiaccia Sassa...ri finisce pancia a terra, colpita e affondata dai dardi dell'inafferabile Sosa. Egli, nella circostanza, ne sbaglia poche pur avendo sbagliato atteggiamento con un gestaccio censurabile (pagato solo con un tecnico) verso il popolo del PalaWhirlpool. Il meno amato vince il festival delle triple, scardinando le certezze della Openjobmetis. La quale è ammirevole per abnegazione, impegno e carattere. Ma i limiti sono limiti. Gli ospiti pescano dalla panchina le soluzioni vincenti, Varese ha le rotazioni obbligate e nel supplementare decisivo tremano le mani ai fucilieri. Per dire di una squadra inversamente proporzionale alle sue qualità. Ossia al tiro da fuori si sostituiscono le penetrazioni e i canestri da sotto. O forse nella sconfitta - che brucia - si aprono nuove prospettive. Un lavoro appena cominciato mentre Meo Sacchetti, imperturbabile pure quando Varese ha sorpassato e il suo Banco sembrava alle corde, ha una squadra collaudata. Fuori uno, dentro l'altro come se nulla fosse. I giochi sono semplici, i movimenti memorizzati, le plance presidiate da pretoriani dai balzi felini: quando l'avversario è minaccioso si "armano" gli... arcieri Sosa e Dyson che risolvono gli affanni. Gli affanni del Poz, stavolta, non li risolve alcuno. Anzi, quello sfondamento che "gira" la partita è un peso insopportabile. Una freccia che trafigge l'entusiasmo del palazzetto pieno come un uovo. La coreografia è sorprendente: giochi di luce che abbagliano ed emozionano prima della palla a due. Un'americanata con tocchi di classe mentre lo speaker urla i nomi dei protagonisti. Baci e abbracci fra amici che, per un paio d'ore, sono cari nemici. Dalla curva debordante di tifo spunta uno striscione pro-Diawara, meritevole di ringraziamento, in questo "mondo di mercenari", per avere detto no alle lusinghe arrivate dal Bosforo. L'amore per la maglia sopra ogni cosa e la maglia di Varese vale più di ogni cosa. Per questa serata un po' deamicisiana ci sarebbe voluta la ciliegina. Invece no, niente dolce e molto amaro pur se la Openjobmetis s'è aggrappata due volte alla partita. Due supplementari di rabbia per una sconfitta svanita in un amen. Cioè lo spazio in cui la palla ha coperto i 6,75 metri che la separano dal tebellone biancorosso. Sarà per un'altra volta, grazie lo stesso. Natale è appena trascorso. Niente "smorfie" di dolore… [/size][/font][/color]
Recommended Comments
There are no comments to display.
Create an account or sign in to comment
You need to be a member in order to leave a comment
Create an account
Sign up for a new account in our community. It's easy!
Register a new accountSign in
Already have an account? Sign in here.
Sign In Now