Dentro un'identità definita trovano cittadinanza le prime sensazioni che suscita la nuova squadra, di là da valutare in competitività attraverso un raffronto con tutti gli organici in circolazione, quando saranno completi. Nel frattempo questa Cimberio, nelle sue prime apparizioni di lavoro, sta ipnotizzando molti tifosi i quali testimoniano il proprio gradimento per le scelte operate dalla società, con le palanche che si ritrova, attraverso un'apprezzabile architettura di mercato.
Dunque, nessuna temuta spending review dell'entusiasmo dopo una stagione a dir poco gloriosa, segno che la "piazza" - soppesando referenze e trascorsi dei nuovi biancorossi - ritiene assai intrigante la prossima avventura al di là di obiettive differenze fra questa e quella Cimberio.
La barra è dritta, certi azzardi - tipo scommesse perse in partenza - appartengono ormai a un passato che sembra irripetibile. Adesso resta solo da capire, volendo affilare la lama delle proprie ambizioni, quanto possa pesare in eredità quell'asse Green-Dunston, così finemente talentuoso nonché moltiplicatore d'un gioco di armonia che fece diventare la Cimberio delle meraviglie un pezzo unico attraverso prodezze individuali.
Clark (foto Blitz) e Hassel, a frugare nella loro carriera, posseggono fior di virtù offensive: il play è capace d'esser decisivo in proprio, tuttavia non sempre sa fa girare in profondità la squadra come il suo predecessore, complice anche una discontinuità che fa il paio con le sue devastanti impennate; del centro, sulle vie di Varese dall'Hapoel Halon, dobbiamo fidarci sulla scorta delle statistiche israeliane che lo annunciano con la grancassa per efficacia atletica. Sicuramente l'ingaggio di Scekic, uomo d'area che vanta un'illuminata istruzione cestistica, arricchisce la dimensione della squadra tra i "lunghi coltelli" del campionato, al di là del rammarico per la partenza del tanto utile quanto silenzioso Talts.
Due anni fa Coleman era un bomber del nostro campionato, il fiuto del canestro l'ha nel sangue se riesce ad assaltarlo con accelerazioni profonde, non essendo un fenomeno nelle soluzioni dall'arco. Varese ha ben altro organico rispetto a Biella, nelle cui file Coleman era una stella, pertanto un'individualità del genere va "lanciata" con arguzia e gestita con criterio ai fini di un equilibrio virtuoso che, con una rotazione in meno a disposizione rispetto alla scorsa stagione, resta l'unico interrogativo per la squadra di Frates, soprattutto fra attacco e difesa, dovendole spuntare quei possibili limiti su cui lavorare mentre fa intravedere una propria temibilità offensiva per punti e caratteristiche dei suoi uomini.
Un quadretto va dedicato a Cerella che non merita alcun rimpianto e che, semmai, fa pensare all'ironia del caso per il suo disinvolto - ancorché legittimo - addio alla Pallacanestro Varese che gli ha fatto, e a lungo, da premurosa infermiera e da affettuosa mamma, per ritrovarlo poi a Milano.
Festeggeremo Varese in una nuova semifinale scudetto? È presto per credervi, mancando ancora compiuti riferimenti della concorrenza, sicuramente ci aspetta un autunno caldo, innanzitutto di passioni, per un inizio di stagione martellante fra qualificazione di Eurolega, Supercoppa e prime giornate di campionato lontano da Masnago, pure con la forzosa rinuncia a Sakota (appiedato in campionato dal giudice sportivo). In ottobre la Cimberio, rivelando il suo volto, farà un po' più capire quale sarà il suo destino, di cui è padrona.
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