[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][font=verdana][size=3]Se Parigi per Napoleone valeva bene una messa, per Varese il ritorno in Europa dopo otto anni può benissimo valere una sfida alla furia di un tempo inclemente.[/size][/font][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana]Più che premiati, dunque, i quasi tremila coraggiosi che, usciti dalle tane, si sono goduti un successo varesino compreso di brividi, una partita gradevole per oltre tre quarti e, almeno in coppa, hanno finalmente apprezzato ampi sprazzi del vero Kee-Kee Clark, nella circostanza ben diverso dal pessimo surrogato assaggiato fino a questo punto. Tutto questo perché - poche storie - l'occhio di bue del PalaWhirlpool era puntato esclusivamente sul suo regista.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Il playmaker americano, ovviamente osservato speciale, ha risposto bene e a tono alle sollecitazioni, ai pungoli, ai messaggi, flautati e no, giuntigli da tutto l'ambiente. Producendo punti per il primo ventello ufficiale, buone percentuali da 3 punti, ritmo, assist ma, soprattutto, aspetto più importante e atteso, cancellando dal volto l'atteggiamento fastidiosamente inespressivo visto nelle ultime uscite.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Promosso dunque Keydren, il quale è però atteso a prossime e più probanti verifiche (il nome Reyer Venezia suggerisce qualcosa?), tocca parlare di una Cimberio di nuovo ondivaga e per ora ancora lontana dalla concentrazione e dalla durezza mentale che vorrebbe il coach Fabrizio Frates.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Parafrasando una corsa ciclistica, potremmo dire che la Cimberio ha tolto la presa dal manubrio con largo e colpevole anticipo. Il delitto, che disintegra di colpo quanto di positivo fatto in precedenza, si consuma sul 64-39 al 26', minuto in cui Coleman e soci, evidentemente appagati, escono con la testa dalla partita, smettono di giocare e lasciano il pallino delle operazioni nelle mani dei parigini. I quali, magari non sempre pronti tatticamente, qualche volta un po' sprovveduti e sparagnini nelle scelte tecniche, non difettano in termini di carattere e grinta, doti peraltro trasmesse alla perfezione da Beugnot.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Levallois, con la solidità garantita da Anagonye e il raziocinio offerto da Lang, annusa l'atmosfera, guarda gli occhi rilassati dei varesini, capisce tutto e cambia improvvisamente passo: primo break favorevole (5-15) e chiusura del terzo periodo sul 69-54.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Le sollecitazioni e gli urli di Frates finiscono nel vento e, anzi, accelerano l'inerzia dei francesi che, ancora a -13 al 35' (71-58), non smettono di correre pescando punti rapidi e costruiti facilmente con Ewing, Albicy e Oniangue il quale, con una tripla frontale, dimezza il gap (73-67). E con 80 secondi da ancora da giocare dichiara ufficialmente riaperti i giochi. Che si fanno addirittura tesi quando il Paris Levallois, sfruttando bene un paio di sciocchezze della Cimberio, arriva inaspettatamente a strettissimo contatto: 73-71 con 25 secondi da giocare.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Ma Clark (foto Blitz a sinistra), giocando bene con il cronometro, lucra il fallo che lo manda in lunetta per chiudere, sul 75-71, la storia di una partita che - giusto sottolinearlo - per l'andamento precedente avrebbe meritato un finale più sereno.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Ma tant'è, l'importante era rompere il ghiaccio europeo, ritrovare Clark, spremere buone indicazioni da Hassell (12+11 rimbalzi) e sapere che Ebi Ere è sempre una grande presenza.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Per il resto, ovvero uccidere le partite, ci sarà tempo in un coppa che speriamo sia ancora lunga perché, checché se ne pensi, l'Eurocup è una manifestazione continentale bella e interessante, che nella seconda fase promette ancora tanto di più per le suggestioni e le emozioni internazionali di una Varese che un occhio al suo passato non può non gettarlo.[/font][/size]
[size=3][font=verdana]Massimo Turconi[/font][/size][/size][/font][/color]
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