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Cinquant'anni e non sentirli. Il palasport di Masnago (foto Blitz accanto e in alto) festeggia le nozze d'argento con il basket. Dall'inaugurazione dell'ormai lontanissimo dicembre 1964 ad oggi sono passate diverse generazioni di giocatori ed allenatori a catalizzare l'attenzione dei tifosi. Da Meneghin, Ossola, Rusconi, Raga e poi Morse, Yelverton e Zanatta, passando per Vescovi, Ferraiuolo, Sacchetti e Thompson e ancora Komazec, Meneghin, Pozzecco, De Pol e Galanda fino ai Green e Dunston dei giorni nostri: la città ha visto susseguirsi tanti idoli, ma a legare Ignis, MobilGirgi, Emerson, DiVarese, Roosters e Cimberio è sempre stato il Lino Oldrini. E nonostante l'età non più verde, il tempio del basket presenta ancora un profilo piacente a coloro che lo frequentano con assiduità. Non solo per il carico di glorie che pende dalla sua volta, un totale di 25 stendardi per ricordare i successi in Italia ed in Europa in quasi 70 anni di vita del club, legati quasi interamente a Masnago se si eccettuano i primi due scudetti dei primi anni '60.[/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Oggi la struttura di piazzale Gramsci resta tra le più fruibili per gli spettatori della nostra serie A, anche grazie ad una serie di restyling compiuti nel corso degli anni. Il recente lifting iniziato nel 2011 tramite la partnership tra Pallacanestro Varese e Comune, che ha portato alla convenzione ventennale per la gestione, in campo di lavori di manutenzione ed ammodernamento sta proseguendo a poco a poco nel corso degli anni. Anche nel 2013 sono stati effettuati interventi per un importo di circa 100mila euro: i più evidenti sono stati la costruzione della nuova sala stampa (recuperando alcuni spazi sotto le tribune) e il nuovo impianto di videosorveglianza interna ed esterna realizzato con la collaborazione degli sponsor Axis e Trium.
Anche la capienza del palazzetto - attualmente omologato per 5.107 spettatori ma i posti in vendita per i tifosi di Varese sono 4.784 - soddisfa le esigenze della società. Vero è che per eventi particolari (vedi gara-7 delle semifinali contro Siena dello scorso giugno) erano arrivate richieste per oltre 11mila biglietti. Ma le medie delle presenze delle ultime stagioni soddisfano comunque il club: il passaggio da 2.159 a 3.167 abbonati nel giro di quattro annate e da 3.439 a 4.342 paganti dal 2010 al 2013 dimostrano che la capienza attuale è sufficiente per le esigenze di Varese. Che, pur con un piccolo calo di presenze rispetto alla scorsa annata (la media della stagione in corso è attorno ai 4.100 spettatori, tenendo conto del 66% di posti venduti in abbonamento) si è attestato oltre quota 4mila.
«Spostamenti relativi, legati soprattutto ai risultati. Ma in quattro anni abbiamo fidelizzato tanti tifosi nuovi - spiega il cassiere biancorosso Stefano Coppa -. Quello del pubblico è un settore con margini di crescita ormai ridotti: abbiamo costruito uno zoccolo duro importante che vogliamo consolidare proponendo programmi in grado di stuzzicare i tifosi, legati comunque ad un aumento dei ricavi. Un ulteriore ampliamento del PalaWhirlpool attraverso il completamento della Galleria? A nostro avviso la dimensione attuale è più che sufficiente: aggiungere posti a sedere non avrebbe senso economico per il basket. E portarvi eventi extracestistici si è rivelato più complesso di quel che pensassimo» [/size][/font][/color]
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