[font=arial]Paolo Moretti non vede l'ora di iniziare a lavorare sull'Openjobmetis versione 2016-17. Il coach toscano rimanda alle nomine ufficiali qualsiasi giudizio su Claudio Coldebella («Per rispetto nei confronti di Stefano Coppa e perché non spetta a me giudicare chi in società sta sopra di me»), ma ha tanta voglia di partire nella programmazione futura: «Abbiamo tempo, ma non buttiamo via tempo: al momento stiamo portando avanti operazioni facili, ma per essere operativi al 100 per cento c'è bisogno di essere al completo e per ora non lo siamo. Non c'è ansia, però la carne da mettere al fuoco è molta; intanto fa piacere l'interesse, pur con sfumature diverse, da parte di tutti i giocatori con cui ho avuto colloqui nei giorni scorsi».[/font]
[font=arial]Il punto di partenza è rappresentato dai 4 contratti con Cavaliero, Ferrero, Campani e Molinaro e dalla volontà di ripartire dagli uomini della svolta Kangur e Wright: «Con gli italiani cercheremo di trovare l'equilibrio illustrando quel che sarà il loro ruolo: è giusto che sappiano cosa ha in mente l'allenatore. Abbiamo avuto un buonissimo feeling con Kangur con chances concrete di mettersi d'accordo presto; più complicato il discorso con Wright, visto che la nostra prima offerta è stata giudicata non all'altezza. Stiamo lavorando su una nuova proposta legata alla sua disponibilità a rimanere, ma nel frattempo ci stiamo guardando intorno». [/font]
[font=arial]La prima decisione strategica per il mercato estivo sarà quella relativa alla questione coppe, in attesa di capire se e a quale competizione l'Openjobmetis potrà partecipare: «è il primo snodo da affrontare, poi toccherà al budget, confidando in numeri definiti entro i primi di giugno, ed alla scelta dello schema. L'indicazione di massima è per il 5+5 ma non è un obbligo, dipenderà dal tipo di impegno da portare avanti. Se si disputerà una coppa europea il budget andrà spalmato su una rotazione da 10 giocatori, e trovare due italiani competitivi sarebbe piuttosto complicato».[/font]
[font=arial]Moretti confida comunque nella spinta di una città tornata ad amare il basket anche grazie a lui: «Dobbiamo ripartire dall'entusiasmo riacceso negli ultimi due mesi e mezzo: dopo mesi di critiche giustificate la città ha ritrovato la passione, e sarebbe bello alimentarla migliorando il risultato del 2015-16 con il ritorno ai playoff. Qui c'è competenza, e se a volte la storia opprime, ci ha dato gli stimoli giusti per dare sempre il massimo: non si porta così tanta gente in piazza Monte Grappa o in giro per l'Europa se alla base non c'è un amore viscerale per il basket». [/font]
[font=arial]Di certo Moretti ha conquistato Varese con la serietà del suo lavoro in palestra ed è un punto fermo fondamentale per la programmazione futura: «Che l'allenatore sia al centro del progetto tecnico lo considero un diritto e un dovere; però io lavoro con l'obiettivo di coltivare qualcosa per lasciare un'impronta seria e non razziare per il bene immediato. Il vantaggio della conoscenza dell'ambiente e del club mi consentirà di migliorare alcuni aspetti al di là della composizione della squadra; per questo stiamo lavorando per implementare uno staff già eccellente».[/font]
[font=arial]Giuseppe Sciascia[/font]
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