
[color=rgb(0,0,0)][font=verdana][size=3]VARESE - Un playmaker ed un'ala forte di grande impatto come asse portante per la Varese che verrà. Questi i due colpi che l'Openjobmetis prepara dopo il rientro di Bruno Arrigoni e Paolo Moretti daUa missione americana: sul quaderno di appunti di d.s. e coach biancorossi ci sono diversi nomi segnati col "circoletto rosso", e la sensazione è che se ci saranno gli incastri giusti a livello economico i 4 acquisti mancanti per completare lo starting five potranno essere tutti elementi visti tra Orlando e Las Vegas. Ma andiamo con ordine: chiaro l'interesse del club biancorosso nei confronti di Okaro White, che potrebbe seguire Arrigoni nella tratta da Bologna a Varese. L'ala forte della Florida ha fatto benissimo ad Orlando ma non ha brillato a Las Vegas nella sua esperienza con i Dallas Mavericks, ed è alquanto improbabile che strappi un invito al camp della franchigia texana. A questo punto sarà semaforo verde per Varese? Concorrenza italiana sul 23 enne giocatore americano non ne esiste, bisognerà eventualmente misurarsi con alternative estere, ma la società bian-corossa è pronta a formalizzare la sua offerta e se sarà di gradimento dell' atleta si potrebbe chiudere in tempi rapidi. E il playmaker? Il profilo ricercato sarebbe quello di un giocatore in grado di dare organizzazione e leadership alla squadra. Un regista «alla Mike Green», che potrebbe corrispondere alle fattezze di Aaron Craft: il 23enne giocatore di 188 centimetri per 88 chili ,laureato lo scorso anno ad Ohio State è la quintessenza dell'uomo squadra, non certo un grande atleta né un grande realizzatore (9,8 punti all'ultimo anno di colle- ge; 9,6 più 6.2 assist nel 2014-2015 in D-League). Ma è certamente un playmaker nel senso più classico della parola, che da buon figlio di un allenatore sul campo sprizza leadership ed intensità: è stato votato miglior difensore dell' anno 2014 di tutta l'NCAA, titolo riconquistato nella stagione passata anche in D-League. A Las Vegas ha giocato con i Golden State Warriors (4.8 punti e 4.5 assist di media) dove aveva cercato spazio nel 2014, finendo però "dirottato" in D-League a Santa Cruz: dunque aveva già fatto coppia con il neoacquisto biancorosso Mychel Thompson nella cavalcata verso il titolo nazionale conquistato nella stagione passata dai Warriors. Certo può sembrar un regista bianco con tuo "ballerino" e speed non elevatissimo (27% da 3 quest'anno in D-League, 33% in 4 anni di college); ma è il classico giocatore amato dagli allenatori per la sua capacità di alzare il livello di intensità dei compagni e di coinvolgere tutti nella manovra offensiva. Se Varese centrerà entrambi gli obiettivi, poi chiuderà il cerchio con una guardia-play che possa dare punti ma anche regia, in una rotazione perimetrale che comprenderà tre giocatori per due posti dando spazio e responsabilità a Daniele Cavaliero. L'ultimo tassello del roster sarà il pivot titolare, giocatore che dovrà garantire verticalità ed intimidazione difensiva senza troppe pretese offensive, potendo comunque sfruttare le qualità di attivatore di un playmaker vero. Lo si cercherà con calma tra comunitari e Cotonou dopo aver fatto quadrare il cerchio a livello tecnico ed economico con gli altri tasselli mancanti. [/size][/font][/color]
[size=3][font=verdana][color=rgb(0,0,0)]Giuseppe Sciascia[/color][/font][/size]
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