
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Grande orgoglio e tanto cuore non bastano a battere una crisi di qualità. Spiace ammettere una resa così mortificante, nonostante una condotta ammirevole e da applausi scroscianti almeno sino ai minuti finali, quando la più attrezzata e sicura Cantù, uscendo alla distanza, ha spento una possibile risurrezione biancorossa. Questa è la realtà d'una Cimberio che si porta sul groppone quindici sconfitte in venti gare ufficiali, comprese le qualificazioni all'Eurolega e la partecipazione all'Eurocup, quindi prigioniera dei propri limiti, diventati insicurezze e oppressioni tremende. Un bell'atto di dolore, recitato in umiltà, diventa necessario per capacitarsi della situazione e trovare veri propositi di cambiamento, anche possibili dopo un derby vissuto con un contegno esemplare, soprattutto in difesa, laddove sono in discussione voglia di lottare e di vincere. Nulla da eccepire, dunque, sull'impatto di Frates (foto Blitz) e dei suoi uomini - apprezzati da tutti gli spalti - a una sfida molto ardua, ben conoscendo le maggiori risorse fisiche e tecniche di Cantù, come dimostra il suo cammino in campionato e in Europa. Già, si può essere soddisfatti anche perdendo, così è stato, purtroppo il veleno sta nella coda o meglio nei trascorsi d'una coppa da "terzo mondo" e in trasferte di campionato gravate da questa sconfitta attraverso una classifica che sfiora i bassifondi e che disorienta una piazza non più abituata a quelle situazioni da limbo vissute in continuazione tra un piazzamento stracciato ma utile ai playoff e un anonimato lapidario per le proprie aspettative. Altro che terza e quarta fila, almeno nella peggiore delle ipotesi, come da griglia di partenza o pronostico che dir si voglia: Varese sta scemando oltre la nona posizione, il che significa pur qualcosa sulle sue condizioni di perdente. Roba da stridore di denti, sicuramente in netto contrasto con un recente passato, decisamente splendido e opposto, dovendo convenire molto banalmente che non tutte le ciambelle escono con il buco. Basti pensare a Banks il quale, pur attraverso alcune battute a vuoto, incarna - con i suoi trascinanti guizzi - un valore che, a squadra allestita d'estate, non figurava tra i calcoli potenziali di una Cimberio, evidentemente mal pensata. Tutte cose che sappiamo, obietterà giustamente qualcuno, inutile girare il coltello nella piaga. Ora, però, bisogna cambiare andazzo. Domenica s'è avuta una vogliosa dimostrazione di cambiamento da parte di tutta la squadra le cui aspirazioni sono quelle di primeggiare e non di opporsi a qualcuno, che sta dentro casa, se poi non vi riesce - risultando non trascendentale o poco competitiva - bisogna ricercare in profondità i motivi che la condizionano per eliminarne eventuali tare. Come lo sono, ora più che mai, sfiducia, angoscia e oppressione che terribilmente la condizionano, basti ripensare al finale del derby per certificare insicurezza, se non paura nelle file biancorosse, seppur a corto di un fromboliere di razza. Ognuno, da tempo, ha una propria sentenza sollecitando un intervento: l'allenatore, si sa, si trova nell'immaginario popolare in cima alla lista ma quali responsabilità gli si possono rimproverare se, per esempio, un egregio Hassell sparacchia ai cristalli un paio di buoni palloni e se Rush in contropiede s'infrange sull'avversario? Che fare allora? Le risposte certe non sono semplici da trovare. Probabilmente questa squadra, una volta rasserenata, potrà rendere di più, soprattutto a Masnago. Resta da capire quando e come riuscirà a cambiare spessore. [/size][/font][/color]
Recommended Comments
There are no comments to display.
Create an account or sign in to comment
You need to be a member in order to leave a comment
Create an account
Sign up for a new account in our community. It's easy!
Register a new accountSign in
Already have an account? Sign in here.
Sign In Now