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Più cattiva e senza tarli per una sfida fatalmente decisiva


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[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]È qui che ti vogliamo, bella come sei stata, sino a domenica scorsa.[/size][/size][/font][/color]

[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Non una sfida né un appello, solo un augurio d'amore per Varese che, stasera, affronta un derby che già vale una stagione. Quarti di finale di Coppa Italia, come dire d'un primo fatale barrage verso una frontiera prestigiosa, d'un trofeo che impreziosisce qualsiasi albo d'oro, anche d'un club con una storia già gloriosa.[/size]
[size=3]Di fronte c'è una potenza come Milano, molto "pacifista" per mesi ma in pieno riarmo nelle ultime settimane, evidentemente capace di esercitare un certo magnetismo nei favori di pronostico al di là di un fattore campo che c'è e che non c'è, risultando spesso il Forum un'enorme vigna per chi vi capitava, deciso a vendemmiare.[/size]
[size=3]L'autunno, molto raggelante in entusiasmi e ambizioni, sembra alle spalle, sepolto da una "nuova" Armani, cambiatasi d'abito più volte - roba firmata, degna del suo emporio - per essere adeguata alle proprie credenziali di presentazione. [/size]
[size=3]Sino a qualche tempo fa Sergio Scariolo (foto Blitz) e i suoi uomini sembravano vagare come fantasmi tra l'essere e l'apparire, alla ricerca di una dimensione reale e continua, quindi spesso pensosi a mani vuote, se non addirittura bocciati in economia e architettura, come accadde di fronte a una Cimberio molto meno costosa nelle sue scelte di mercato e più redditizia tecnicamente con Mike Green e soci sacerdoti d'un bel gioco.[/size]
[size=3]Ora, gira e rigira, stai a vedere che Milano ha trovato la sua vera anima, strappandola da un limbo malinconico, se non a volte comico, per un paradiso ancora tutto da scalare e conquistare mentre lassù troneggia ancora la Cimberio, meritevole di santificazione, almeno sino alla trasferta di Siena, roba da domenica delle ceneri. Ora però ogni storia s'azzera, valendone una nuova, da gara secca e cruciale, soprattutto, indifferente a quella "summa" di valori spiattellata, si diceva, per mesi e mesi sul campo da una splendida Varese cui bisogna fortemente credere, quand'anche il tifoso più passionale, assalito nei propri pensieri dalle feroci giocate di Siena, comincia a chiedersi se le gioiose cavalcate biancorosse siano soltanto un bel sogno dal brusco risveglio.[/size]
[size=3]Capibile è l'emotività, se s'accompagna a oggettive constatazioni di possibili difficoltà e scalfitture alla distanza, ma la marcia della squadra, fra auree sicurezze, deve pur significare qualche cosa per una pari continuità.[/size]
[size=3]L'EA7, non c'è dubbio, evoca imponenza attraverso il suo fondamentalismo "strutturale", coperta com'è - in ogni ordine di spazio e posto - da elementi di grande spessore fisico e tecnico, non senza però il rischio di vedersi frantumare in tanti pezzi il suo troppo... di tutto, come le è capitato spesso.[/size]
[size=3]Questa sera tocca a Frank Vitucci e ai suoi uomini verificarne l'impatto in un momento di ben altra vitalità per la presenza di Marques Green, agile e scaltro regista, d'un collettivo che aveva bisogno di un leader vero alle proprie spalle. Guai però ad aver paura: la Cimberio che conosciamo, sciolta ed elegante nel suo modo d'essere in campo, ha di che per imporsi. A patto d'essere più cattiva in difesa, a costo di picchiar duro e, soprattutto, senza tarli in testa di fronte per la prima volta a una sfida così decisiva.[/size][/size][/font][/color]


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