
Gianmarco Pozzecco a ruota libera. Dopo la conclusione della campagna acquisti 2014/2015, il coach dellOpenjobmetis racconta le sue sensazioni sul mercato e sulla stagione che inizierà giovedì prossimo. Ecco il Poz-pensiero a 360 gradi sulla Varese che verrà:
CONTENTO DEL MERCATO - «Lo sono di brutto, e devo ringraziare Cecco Vescovi: mi sono reso conto di quanto sia abile, lavorando con lui ho rivisto le capacità di Toni Cappellari, il miglior GM che abbia mai avuto. Un grazie anche a Simone Giofrè, che è stato molto paziente con me quando sono stato pressante e scorbutico, ed è stato bravissimo a chiudere tutte le operazioni che ci interessavano. Lattesa è stata logorante e in particolare lultima settimana ero sullorlo della depressione, ma avere avuto la forza di aspettare ha pagato tantissimo: col nostro budget meglio di così non si poteva fare».
LA SQUADRA CHE VOLEVO - «Purtroppo o per fortuna è così, e da oggi qualsiasi cosa che andrà storta sarà colpa mia: il mio compito sarà quella di non fare danni, mettendo i ragazzi in condizione esprimersi al meglio. La squadra è valida, la piazza ha entusiasmo; la società ha unorganizzazione perfetta; lunica cosa che chiuderebbe il cerchio sarebbe quella di avere al mio fianco Andrea Meneghin.
Con lui avrei la serenità giusta nel divertirmi ad andare in giro per lItalia a tirare qualche brutto scherzo alle big come accadeva una volta».
LE BASI DI UN CICLO - «Sono certo che prima o poi con questo organigramma Varese riuscirà a vincere lo scudetto. Spero possa accadere in meno di 5 anni rispetto alla mia avventura da giocatore, dalla Cagiva neopromossa ai Roosters della Stella; e sarebbe meraviglioso farlo ancora insieme con Cecco e Menego. Certo la gente non è stupida e si rende conto di quello che possiamo ragionevolmente fare. Non voglio vendere illusioni, ma neppure negare ai tifosi di sognare: vincere questanno è proibitivo e siamo consapevoli che sarà un anno zero, però riteniamo di avere costruito un mix perfetto in grado di mettere le basi per tornare ai vertici».
IL RAMMARICO FLACCADORI - «Mi è spiaciuto molto non poter allenare Diego, a cui avrei riservato le stesse attenzioni che lo scorso anno ha avuto Laquintana a Capo dOrlando. Nello sport di oggi fatico a capire certe logiche: a 18 anni me ne andai dalla C2 di Cividale, dove prendevo 300mila lire, per giocare in A2 ad Udine convinto di guadagnare un milione e mezzo.
Quando mi risposero che non mi avrebbero dato nulla accettai egualmente perché lopportunità di giocare in serie A aveva un valore inestimabile; alla fine mi accordai per 200mila lire, credo però che nella mia carriera quellinvestimento su me stesso sia stato ampissimamente ripagato. La scelta di Diego è stata rispettabilissima, anche perché Trento è unottima società; ma io lo avrei sicuramente fatto giocare».
ROBINSON PRO RAUTINS - «Ho mandato un messaggio aRobinson chiedendo la sua opinione su Rautins: me ne ha parlato benissimo ed a questo do un peso notevole, potendo riproporre una coppia di giocatori che partono già da un solido rapporto di amicizia. Per me è impossibile scindere il giocatore dalla persona, e allenare due giocatori contenti ed ipermotivati di tornare in un ambiente dove sono già stati benissimo come Diawara e Kangur è un altro valore aggiunto».
ULTIMO RITOCCO? - «Siamo stati bravi a chiudere il mercato mettendo da parte un piccolo tesoretto. Se eventualmente dovessimo aggiungere qualcosa ci concentreremmo sui piccoli per un elemento che possa giocare play e guardia. Anche perché sotto canestro Daniel, Kangur e Callahan danno garanzie e Diawara è lala fisicamente più forte della serie A, quindi non sono preoccupato. Però sono convinto che i vari Lepri, Balanzoni, Testa e Vescovi, saranno importanti e qualcuno potrà togliersi delle soddisfazioni».
Giuseppe Sciascia
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