[font=verdana, geneva, sans-serif][size=3]Rigogliosa o brulla, accarezzata o sferzata dal mare e dal vento. Questa è un po' la terra sarda nelle sue alterne apparizioni, anche per Vitucci e i suoi uomini, alla ricerca di condizioni favorevoli, soprattutto, di belle notizie. Dunque, una Sardegna da “isola del tesoro” per una Cimberio che, a Sassari, cerca di darle l'assalto, spinta dalla convinzione di un'ardua ma possibile conquista. Un suo successo risulterebbe pressoché decisivo per il primato, da pole, per effetto d'un vantaggio di quattro punti, impreziosito da un 2-0 nel confronto diretto, che si tradurrebbe in un pesante bonus in un'eventuale volata in fotofinish. Come dire d'una stagione regolare, probabilmente, bell'e decisa a sette gare dalla sua fine, anche se le prossime quattro (a Reggio Emilia, contro Roma in casa e Montegranaro in trasferta, quindi al cospetto dell'imprevedibile Milano a Masnago), s'annunciano come incognite, da considerare con cautela per quegli eventuali imponderabili che, a volte, alterano i valori a confronto. In ordine a un così pressante “tour”, i tifosi danno l'impressione di far melina tra i pronostici, mettendo pur in conto un paio di sconfitte, ben digeribili in un percorso che si riterrebbe ugualmente molto soddisfacente e al riparo da bibliche rovine. Ogni gara, indubbiamente, è temuta come un boccone amaro avvolto all'amo ma un po' tutti, in cuor proprio, sanno con chi hanno a che fare, cioè con Green (foto Blitz) e soci la cui credibilità cestistica è diventata, nel tempo, più massiccia e inattaccabile. La sfida di stasera non sarà, estremamente determinante per Sacchetti e i suoi uomini i quali, imponendosi anche d'un solo canestro, oltre che appaiare la Cimberio lassù, rimedierebbero un vantaggio utile nel caso d'un arrivo, a gomito a gomito, a patto di mantenere lo stesso passo sino alla fine. Una cosa è certa: oggi la pallacanestro trae un bello spot da queste due squadre, cresciute come frutteti in una selva, come sin qui ha dimostrato il campionato nelle sue nuove e alte gerarchie, dentro le quali Varese, Sassari e un po' la stessa Roma sembrano entrate sorprendentemente e acrobaticamente dalla finestra, lasciando alla porta vecchie e riconosciute autorità come lo sono, per reputazione, Siena, Cantù e Milano. [/size][/font]
[size=3][font=verdana, geneva, sans-serif]Sicuramente nessun altra, sin qui, è parsa scintillante in prestazioni e giochi come Varese e Sassari (84,2 punti di media a gara per i biancorossi, 88,7 di media gara per i sardi), fautrici e artefici di spettacolo a scena aperta. In questa vera partitissima s'insinua, come nemica invisibile e perfida di entrambe le squadre, un'incalcolabile pressione psicologica che, però, a rigor di logica, dovrebbe più irretire gli uomini di Sacchetti, soprattutto, nelle file d'una panchina che, talvolta, non riesce a nascondere gli scompensi dovuti alle comprensibili pause dei leader, tanto immensi quanto contati, ancorché darà loro un'incredibile spinta una tifoseria che “sogna il tricolor”, come canta da tempo. Certo, non sarà facile imporre la propria identità, d'una pallacanestro spigliata e scintillante, ad avversari che ne posseggono una simile, d'altra parte brillano su entrambi i fronti reali valori d'eccellenza, basti pensare ai migliori elementi di tutto il campionato che, per media di valutazione, stanno stasera sul parquet per dire di Dunston il quale, nella speciale classifica, precede Travis Diener e suo cugino mentre Drake mentre quinto è Mike Green che, al regista di Sassari, contende il primato degli assist. Ci vorranno testa fredda e convinzione, quella intima del più forte, toccando a Varese il ruolo della sfidata capolista, peraltro, alla conquista della vittoria numero milleduecento della sua bella storia.[/font][/size]
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