Obbiettivi ridimensionati e meno pressione: funzionerà?
Pallacanestro Varese, istruzioni per l’uso. A due giorni dall’inizio del nuovo anno sportivo con l’arrivo in città di tutti gli effettivi - capitan Ferrero e Wells sono già a Varese, domani tornerà anche Nicola Natali - ecco le tre possibili chiavi positive e le tre situazioni da evitare, per una stagione senza troppi patemi. Obiettivi ragionevoli: evitare la partenza ad handicap che ha contrassegnato le ultime tre annate modello porte girevoli, e provare a fare meglio del dodicesimo posto del 2016-17.
IDENTITÀ COMUNE - La Varese 2017-18 è stata cucita sulla pelle di Attilio Caja, costruendo un gruppo votato al lavoro ed al sacrificio in grado di esaltare le qualità da animale da palestra del coach pavese. Storicamente a Varese le squadre costruire da un manager in funzione delle caratteristiche dell’allenatore hanno sempre pagato dividendi elevati; un gruppo capace di praticare un basket intenso ed aggressivo che accenda il pubblico del PalA2A è la scelta corretta per creare una sinergia tra squadra e ambiente.
L’ASSE PLAY-PIVOT - Cameron Wells e Tyler Cain saranno la spina dorsale della squadra dentro e fuori dal campo: lo stesso Artiglio ha investito gli eredi di Maynor ed Anosike come il cardine della nuova Varese. Di certo ad entrambi non mancano leadership e disponibilità al lavoro per il collettivo; da sempre l’asse tra il regista e il centro di gravità – Cain lo sarà della difesa, meno dell’attacco – è quello decisivo per dare un volto alla squadra; se la cinghia di trasmissione funziona…
PRESSIONI RIDOTTE - Dopo 4 stagioni consecutive partite con grandi aspettative e concluse senza playoff ma con costanti extrabudgetper i cambi in corsa necessari per evitare guai in chiave salvezza, l’estate 2017 è stata all’insegna della chiarezza: si spende quel che c’è (anzi, qualcosa meno per tenere una “mini-riserva” in caso di necessità) puntando alla salvezza, senza sognare i playoff anche contro l’evidenza “perché siamo Varese”.
Stavolta si parte dalle retrovie con l’obiettivo di non guardarsi le spalle fino alla fine.
PUNTI SICURI CERCASI - Il lato B della vocazione operaia può essere quello della somma del talento generale: il dubbio è relativo ai punti nelle mani che potrà produrre il roster attuale, pur considerando che se il ritmo sarà sempre elevato sulla base di una difesa aggressiva il problema sarà attenuato. In tal senso sarà importante la produzione di Waller e Hollis, giocatori con vocazione balistica ed offensiva, che dovranno confermare in Italia i buoni spunti evidenziati in Montenegro e Portogallo.
SCOMMESSE VINTE? - Tra giocatori pescati nel sottbosco d’Europa e dalla serie A2 sono tante le scommesse del mercato estivo di Varese. Scelta fisiologica per far fruttare al meglio i (pochi) talenti disponibili; tutte le scelte sono state ragionate e sulla carta paiono ragionevoli. La prova del campo dovrà dare ragione o torto all’impostazione generale della squadra.
LOW PROFILE - I riscontri positivi della campagna abbonamenti dimostrano che l’ambiente ha sposato la filosofia sottotraccia che la società ha impostato per scelta ma anche per contingenti necessità.
Il 2017-18 dovrà essere una stagione per ristabilire gli equilibri economici e cercare nuove risorse tra l’operazione Ponti e la caccia a nuovi sponsor: se tutto andrà per il verso giusto dentro e fuori dal campo Varese avrà “girato l’angolo”, altrimenti il rischio è che la decrescita prosegua e sia tutt’altro che felice…
Giuseppe Sciascia
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