
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3](G.S.) - Da fortezza Masnago a porte aperte al PalaWhirlpool. Fattore campo mai così poco incisivo in 69 anni di vita per la Pallacanestro Varese: solo due volte - all'esordio contro Cantù e il 14 dicembre contro Bologna - i biancorossi hanno festeggiato davanti al proprio pubblico. [/size][/font][/color][color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]
Nelle altre sette gare sono stati gli ospiti a esultare: un record interno che è il peggiore in assoluto della serie A (la penultima della classe Pesaro e il fanalino di coda Caserta hanno vinto 3 partite su 10 davanti al pubblico amico). E che rappresenta il peggior dato di sempre nella storia del club: anche nell'anno della disgraziata retrocessione in LegAdue i biancorossi vinsero 7 gare casalinghe su 17 (41% di media contro il pessimo 22% attuale). Un trend non troppo dissimile da quello della stagione passata, nel quale è stato stabilito il digiuno più lungo (quasi 3 mesi - esattamente 87 giorni - tra il successo del 26 dicembre 2013 contro Bologna e quello del 23 marzo 2014 contro Pistoia).
Anche se poi nel finale di stagione la squadra di Bizzozi trovò le giuste alchimie interne per chiudere con un record di 8 vittorie e 7 sconfitte a Masnago, e veleggiare senza patemi verso la zona tranquillità.
L'Openjobmetis può ancora risparmiarsi questo record negativo se riuscirà a battere Roma nella prossima tappa casalinga dell'8 marzo (l'ultimo hurrà risale al 14 dicembre contro la Granarolo, superando l'Acea i giorni di digiuno sarebbero solo 83).
Ma è evidente come la strada dell'uscita dalla crisi sia legata a filo doppio alla capacità della squadra di coach Poz di tornare a considerare il fattore-campo di Masnago come un valore aggiunto. Anche perché nelle ultime 11 partite ce ne saranno 6 da giocare al PalaWhirlpool, compresi gli scontri diretti con le attuali rivali in chiave salvezza Caserta e Capo d'Orlando.
C'è un problema mentale legato ad una tensione eccessiva che condiziona i biancorossi in occasione delle gare casalinghe? Di certo nel secondo tempo del match contro Pesaro e domenica scorsa contro Venezia Kangur e soci sono parsi davvero contratti, commettendo errori elementari per insicurezza e frenesia.
Certamente pesano nella testa di tutti quelle due scellerate sconfitte nelle maratone con Reggio Emilia e Sassari, che con una gestione più oculata dei finali avrebbero potuto cambiare il corso della stagione biancorossa.
Ma oltre alla condizione ottimale di Kangur e Diawara, c'è da recuperare anche il peso specifico della spinta del PalaWhirlpool come valore aggiunto per evitare guai peggiori. Anche perché il pubblico ha sempre risposto con grande partecipazione, nonostante le sconfitte in serie collezionalte dalla squadra: le presenze viaggiano ad oltre 4.300 spettatori di media, e in tutte e 9 le gare si è superato il dato dei 4.000 paganti (ma nelle ultime due uscite sono andate in calando rispettivamente con 4.115 e 4.019 presenze).
Ma ora Varese è abbondantemente in credito con i suoi tifosi: non riuscire ad invertire il trend negativo a Masnago potrebbe riverberarsi non soltanto sulla classifica, ma anche sulla fiducia dei tifosi già minata dalle sconfitte in serie. E di conseguenza anche sulle casse del club. [/size][/font][/color]
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