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Suona la campanella, ricreazione finita Ora comanda il sergente di ferro Caja


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[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]La campanella è suonata, la ricreazione è finita: da oggi tutti in aula. Attilio Caja arriva con una mission ben precisa: quella di ridare un'identità ben definita ad una squadra che al momento è in palese difficoltà tecnica e mentale.[/size][/font][/color]

[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=3]Per sostituire il Poz, Varese non poteva scegliere un tecnico più diverso per carattere, formazione, metodologia di allenamento e filosofia di gioco come il veteranissimo allenatore cresciuto a Pavia alla scuola di Tonino Zorzi. Lunghissimo il curriclum di un tecnico che ha oltre 20 anni di esperienza sulle panchine della serie A: partendo dalla nativa città lombarda (dove allenò anche Massimo Ferraiuolo, che ritroverà a Varese come GM pro tempore), Caja ha scritto le pagine migliori della sua carriera a Roma (dal 1995 al 2001 con la parentesi di Pesaro). Poi le tappe a Milano, Roseto, Napoli, Udine e Cremona, specializzandosi in missioni da... pronto soccorso: più volte subentrato nelle ultime 10 stagioni, ha sempre ottenuto la salvezza nelle occasioni in cui è arrivato in corsa (2004 in Abruzzo, 2008 a Milano arrivando in semifinale playoff e due volte a Cremona). Lo scorso anno era sceso in A2 Silver a Firenze, categoria in cui però non si è trovato a suo agio (l'Affrico è retrocessa in B ).
Inoltre. Caja collabora da due stagioni con il Settore Squadre Nazionali e nella scorsa annata ha guidato la Sperimentale (nelle cui file c'era Andrea Casella) in una lunga tournèe in Cina. Si tratta del classico sergente di ferro, che predica un basket basato sulla difesa aggressiva e sull'organizzazione. E soprattutto ama la disciplina in palestra, ossia tutti i principi che la società chiede al sostituto di Pozzecco (che nell'ultimo periodo aveva cercato di dare un giro di vite al lavoro in allenamento). E proprio alla luce della difficoltà di imporre il suo cambio di ritmo rispetto ad un avvio di stagione nel quale si era proposto come players' coach è probabilmente maturata la decisione di farsi da parte. «Visto il suo background da allenatore da pronto intervento, che ha sempre fatto bene in subentro, abbiamo ritenuto che fosse la persona ad hoc per portarci alla salvezza» conferma il presidente Stefano Coppa. L'idea del tecnico pavese - che ha firmato un accordo fino al termine della stagione con un'opzione per quella succesiva - è quella di ripartire da zero e impostare ex novo regole offensive e difensive in grado di dare un'organizzazione molto più marcata, in particolare in attacco, rispetto alla deregulation precedente di coach Poz, che funzionava efficacemente nella versione iniziale con Diawara e Kangur a pieno regime e Robinson come incursore. Ora, con le due ali reduci da infortuni importanti ed ancora da tirare a lucido, e un play con pochi punti nelle mani come Maynor, servono binari ben definiti per nascondere i limiti e dare certezze ad una squadra che ha pagato dazio alla sua mancanza di punti di riferimento in troppi finali in volata.
Gi.Sci.[/size][/font][/color]
 


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