[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][font=verdana][size=3]Nessuna scoperta né nuove idee ma anche nessuna sorpresa. Pur con qualche cruccio, Frates e i suoi uomini hanno onorato il proprio impegno di campionato, appaiati in classifica a un drappello di avversari con cui dovranno sgomitare per ambiziose posizioni. Siamo agli inizi, è vero, ma a giudicare i risultati non ci sembra di individuare gerarchie nette al di là, gioco forza, dell'accreditata Milano. Sicchè la Cimberio, pur restando entro i suoi onesti steccati, non può rimproverarsi nulla avendo centrato i suoi ordinari obiettivi.[/size][/font][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana]Altro discorso riguarda la poca spettacolarità del suo gioco, soprattutto per chi - frugando nel passato - cerca altrettanti godimenti. Come costruire una cattedrale o spaccare pietre per guadagnarsi da vivere, fate un po' voi, sicuramente - almeno sin qui - questa Cimberio sta rispettando tutti i destinatari della sua opera nonostante alcune questioni aperte ai fini della sua crescita collettiva per continuità e competitività. La più rimarchevole di queste riguarda un leader preteso e dovuto ma non ancora del tutto pervenuto proprio laddove nasce il gioco. Da Clark (foto Blitz), proprio contro Venezia che conosceva come le sue tasche (valendo anche il concetto opposto), ci saremmo aspettati una prova di totale redenzione, riconoscendogli quegli acuti che a volte, nei suoi trascorsi, gli dettero gloria. Anche se, tutto sommato, la sua presenza ha tolto un po' di pressione su altri biancorossi, diventati determinanti. Sue caratteristiche a parte (non di un atleta che incenerisce le difese, inutile fingere di non saperlo), Clark possiede pur sempre una certa reputazione, soprattutto per i suoi colpi vincenti che nei suoi trascorsi, seppur in alternanza a prove opache, ha sfoderato. Mentre qui, sinora, è sembrato un animale in gabbia. Non resta che capire e aspettare affinché trovi la... libertà.[/font][/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana]Mercoledì di Coppa a Masnago per il secondo rendez vous francese: di scena il Villeurbanne, formazione storica d'Oltralpe, ben nota ai piedi delle Prealpi sin dalla fine degli Cinquanta, quand'era invitata dalla Pallacanestro Varese per l'allora famoso torneo Borghi che si giocava nella pausa di Natale. In verità i francesi erano predestinati alla sconfitta, lasciando via libera ai nostri per la finale con il potente Beograd. Tempi da Guerre Puniche, ma questa è la storia che ci riguarda da più di mezzo secolo, così ricca di racconti, anche romantici. Ed è un po' questa la ragione - del cuore - che ha motivato la società per onorare un diritto sportivo acquisito in una competizione che costa.[/font][/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3][font=verdana]A trarre beneficio professionale sono gli americani che si possono far notare su una scena internazionale, ma anche De Nicolao e Polonara hanno una preziosa occasione per ampliare la propria esperienza di fronte ad altre realtà. Sarà forse meno felice Ere che, per stazza ed età, dovendo fare gli straordinari da uomo squadra rischia di disperdere energie, così utili in primavera. Un altro che, invece, può trarre vantaggio è Hassell, sollecitato in continuità da un compito che altri non possono eseguire, essendo l'omone biancorosso designato sotto i tabelloni. E se non porge l'altra guancia, diventando cattivissimo, come contro Venezia questa Cimberio si ritrova fortunatamente un pivot che ha nulla da spartire con Mbakwe...[/font][/size][/size][/font][/color]
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