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[color=rgb(37,39,37)]Una secchiata d'acqua gelida sui latenti entusiasmi della vagheggiata rimonta playoff. Masnago terra di conquista anche per la Sutor, e Varese si riscopre piccola piccola a livello morale di fronte ad un'avversaria capace di impartirle una severa lezione alle voci "spirito di sacrificio" e "carattere". Ossia quello che serve per trarsi d'impaccio, visto che la classifica si è fatta improvvisamente preoccupante, con Montegranaro a due lunghezze (e uno 0-2 pesantissimo in caso di arrivo in parità) e Pesaro a 4 alla vigilia dello scontro diretto di domenica che a questo punto diventerà uno spartiacque. Nel "calderone-salvezza" entrano così anche Cremona e Bologna, altre due squadre che la Cimberio incrocerà sul suo cammino; certo chi si preoccupava per il rischio un finale di stagione con poco pathos vista la difficoltà della rimonta playoff deve rivedere al ribasso le sue aspettative. Evidente il fatto che sul più 19 di metà secondo quarto neppure il più incallito pessimista avrebbe pronosticato la rimonta della Sutor. Che al contrario di Varese è comunque squadra con carattere e cuore, ed ha saputo far leva sugli aspetti caratteriali per mettere in crisi i padroni di casa, costretti addirittura a rimpiangere il vituperato Clark nella serata in cui De Nicolao - dopo una partenza sprint - ha perso completamente la bussola nell’assalto finale. Ma l'aspetto più preoccupante è l'incapacità emersa nel finale di provare a risolvere di squadra i problemi più elementari in attacco: la sensazione è che la squadra - e vista la reazione finale anche il pubblico - sia rimasta sbigottita per una partita che le è scivolata fra le dita quasi senza rendersene conto. E quando "culo mangia pigiama", per usare la colorita espressione cara a Bodgan Tanjevic, non uno degli "Indimenticabili" ha saputo ergersi a protagonista nel momento di necessità. Testimonianza evidente dello psicodramma[/color][/size][/font][/color][color=rgb(37,39,37)][font=Verdana][size=3]
che sta attanagliando un gruppo che non ha incrinature visibili, ma semplicemente non ha sufficiente spessore per trovare al suo interno la forza per reagire e superare i suoi limiti. Prima di tutto fisici: dopo Avellino, Sassari e Brindisi, anche Montegranaro travolge la cavalleria leggera della Cimberio con un gap pesantissimo a rimbalzo che fa sorgere più di qualche dubbio sull’efficacia della mossa Johnson. Senza impatto sotto i cristalli la Cimberio non corre, togliendo l’arma preferita di molti suoi "scorridori", e l’incapacità di sfruttare un lungo atletico come l’ex Avellino e Sassari sembra ormai cronica: ieri Montegranaro ci ha speculato con grande efficacia grazie ai cambi difensivi contro i quali l’attacco biancorosso è andato totalmente in panne a difesa schierata. Che fare ora? Ulteriori correttivi sembrano fuori discussione, al di là del fatto che il piatto piange. Il monito "Basta Scuse" apparso ripetutamente in Curva Nord dovrebbe essere il concetto base da cui provare a ripartire; chi indicava in Fabrizio Frates il problema della Cimberio 2013/2014 si è dovuto ricredere alla luce delle due prove senza nerbo postesonero. Altro che playoff. l’obiettivo è quello di salvare la stagione e la faccia. Il credito di tutti, beniamini del pubblico compresi, è esaurito: alla trasferta verità di Pesaro il compito di stabilire se ieri si è toccato il fondo oppure si deve ancora iniziare a scavare...[/size][/font][/color]
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