
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]Innanzitutto scordiamoci il passato, proprio per non cadere nella tentazione di accostamenti fra questa Cimberio e quella dell'edizione scorsa. Green e Dunston, per dire di congegni che facevano funzionare la squadra di Vitucci come un orologio svizzero impreziosito da un carillon divertente come lo era il suo gioco, sono soltanto un ricordo. Quindi, punto e a capo per dover considerare Clark (nella foto Blitz a destra) e compagni non come eredi o, peggio, prigionieri di remoti momenti di gloria, ma come protagonisti da scoprire attraverso una nuova cognizione della realtà. Ancora tutta da svelare e da cogliere con una dovuta e rinnovata apertura di credito nei confronti di questa Cimberio che merita attenzione e seguito per non dover sciupare il presente con nostalgie fini a se stesse.[/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]In verità, e giustamente, al di là di insondabili prospettive, non manca l'entusiasmo, quale prezioso carburante di passioni potenti, rifornito dalle stesse ambizioni (che non sono velleità) del club biancorosso attraverso una presenza di continuità d'immagine prestigiosa, stavolta pure in uno scenario europeo.[/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]D'altra parte i tifosi credono nella filosofia della società, capace di buone scelte, rapportate al proprio bilancio al di là di un risultato finale tutto da scoprire nelle sue proporzioni. Già, questa Cimberio, se qualcuno non avesse capito quel presupposto da taglio con il passato, non è affatto da sminuire né da ridimensionare: va soltanto seguita e sostenuta con occhi nuovi e testa libera da preconcette valutazioni, dovendo riconoscerle una propria competitività nell'attesa di capire quale spessore raggiungerà per gioco e risultati.[/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]Se qualche risultato va stretto o storto, va compreso al momento, non dovendo essere frettolosi in giudizi che appartengono al regno della delusione o della stizza, magari impiombando la sella dell'allenatore, il solito facile capro espiatorio quando lo scontento cerca uno sfogo. Un'eventualità da prevenire, tutto qui, avendo questa squadra, da oggi in poi, ogni frontiera aperta per realizzare i suoi progetti pur senza doversi imporre obiettivi precisi nella piena verifica delle proprie potenziali virtù attraverso i suoi stessi limiti.[/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]A sensazione il destino di questa squadra sta un po' nelle mani di Clark: se l'americano ex Venezia farà lievitare quei valori che gli stanno intorno e colpirà da par suo, il rendimento del gruppo ne verrà contagiato; in caso contrario la squadra rischierà di soffrire, soprattutto per discontinuità, disponendo in ogni caso di elementi valenti ed esperti.[/size][/size][/font][/color]
[color=rgb(0,0,0)][font=Verdana][size=1][size=3]In tema di asse play-pivot, sempre nell'ordine delle prime impressioni, Hassell ha bisogno di smussare quegli spigoli che lo hanno fatto apparire troppo compassato in alcune uscite di precampionato, potendo diventare una presenza davvero cazzuta (ci si passi il termine) sotto i tabelloni. Il resto è tutto da plasmare in armonia nel tempo. Se la pietrina non è finita, Varese può ancora fare scintille, a cominciare da una Supercoppa che contende da orgogliosa sfidante ai campioni di Siena, favoriti per i precedenti confronti di quest'estate nonché per il fattore campo ma anche battibili in una gara secca, aggredibile con impeto e in uno stato di grazia. In questo caso non ci scordiamo il passato ripensando a Meneghin e Pozzecco come leader unici e reduci della Stella ma conquistatori di una Supercoppa che fa storia. Come ne farebbe l'attuale, gratificando una società che ha saputo riportare la squadra alla ribalta d'una vera e gloriosa redenzione. [/size][/size][/font][/color]
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