[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]ASSAGO - Dusan Sakota non ha una vitalità prorompente, ma se lo conosci e lo apprezzi ne senti la serietà e la profondità. Avverti che dentro ha passione vera, che a tratti lo consuma fino a trasfigurargli il volto. Grazie a questa faccia, faccia da finale, grazie agli occhi e alle mani di uno che non trema, la Cimberio raggiunge la sua prima finale di Coppa Italia nella versione Final Eight e, dopo 14 anni, oggi tornerà al Forum per giocarsi un trofeo che manca in bacheca da 40 anni.[/size][/size][/font][/color]
[color=#000000][font=Verdana][size=1][size=3]Le mani di Dule (5/7 da 3 punti) accarezzano il favoloso 13/25 da 3 complessivo con cui Varese cancella gli imbarazzi di una gara faticata e intossicata nei muscoli e nella testa dai tatticismi di Roma, scaltra nel togliere a Green e soci giochi, riferimenti interni (11/29 da 2) e ritmo lungo tutto il campo. In un match in cui toppano due attesi protagonisti come Banks, serata spenta, e Datome, decisamente inguardabile, Varese paga gli alti e bassi di Polonara (15' bruttini) e deve lavorare tanto per rimettere in piedi due star come Ere e Green, comunque determinanti al momento giusto, e Dunston, dominante nella parte conclusiva del match.[/size]
[size=3]Il buon avvio della Cimberio (5-0 al 2') sembra presagio di un'agile cavalcata, ma i giochi interni di Lawal rimettono subito in gara Roma (5-6) che fin dalla prime battute stende sul tavolo verde il suo piano tattico: addormentare la gara, togliere alla Cimberio il suo proverbiale gioco in velocità e con una sarabanda di difese infilare macigni nei meccanismi offensivi biancorossi.[/size]
[size=3]Mentre Dunston e Lawall si annullano con falli reciproci, Varese soffre lo “slow” dei romani e sta a galla solo grazie alle triple (4/7). La zona-press ordinata da Calvani dopo ogni rimessa dal fondo manda in confusione Varese e, levando il pallone delle mani dei costruttori di gioco varesini, costringe il terzetto Green-Banks-De Nicolao ad una presenza abbastanza opaca. Così Varese per restare in testa si appoggia alla seratona di Sakota col serbo che - 10 di fila nel secondo quarto - regala ai suoi un vantaggio in doppia cifra: 25-15 al 14'.[/size]
[size=3]Allungo effimero perché Roma, con Taylor in palla, colpisce duro in vernice, mentre Varese perdendo addirittura due palloni di fila dalla rimessa aiuta e non poco il rientro dei giallorossi: 32-30 al 18'.[/size]
[size=3]La Cimberio non riesce a togliersi di dosso la “colla” che Roma continua a spargere in abbondanza e, anzi, subisce il sorpasso firmato dall'ex Phil Goss: 40-44 al 24'. L'ovvio time-out chiamato da Vitucci restituisce al campo una Cimberio totalmente “devota” a Sakota: Dule con altre due triple “brekka” l'8-0 che allontana solo i timori (48-44 al 28') ma non cancella Roma che inizia il periodo decisivo a +1: 52-53.[/size]
[size=3]L'Acea, sempre efficace sotto i cristalli (8/13 da 2), tiene le redini fino al 34' (59-61), ma sull'ultima scarica di Sakota (5 punti fila per il 65-61) sente scricchiolare le sue fondamenta anche perché, a differenza di Varese, dalla linea dei 3 punti combina solo disastri. E quando, al 37', deve dire ciao a Lawall e Jones per 5 falli, sente che l'ora del giudizio sta per scoccare inesorabile. Varese, infatti, gioca benissimo i possessi determinanti capitalizzando tutta l'astuzia e il mestiere di Mike Green, il quale, dopo aver subìto fallo a rimbalzo difensivo, converte i liberi e sulla successiva imperiosa stoppata rifilata da Dunston a Taylor (5 “blocked” per Bryant) infila il triplone (71-63) subito bissato da Ebi che fanno finalmente saltare per aria tutte le tensioni e indesiderate inquietudini.[/size]
[size=3]Sul 74-66, a 2 minuti dalla sirena, i tifosi varesini prima tirano un sospiro di sollievo, poi si scatenano e infine, legittimamente, iniziano a sognare l'impresa. Quattro decenni di attesa giustificano entusiasmo e felicità.[/size]
[size=3]Massimo Turconi[/size][/size][/font][/color]
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