Ci ha lasciato Augusto Ossola, straordinario e amatissimo personaggio del basket varesino. A novembre avrebbe compiuto 97anni. Se n 'è andato in silenzio, sotto traccia, come è stato suo costume muoversi per l'intera sua esistenza. In febbraio aveva deciso, insieme con l'amatissima moglie Mimma, di ritirarsi nella casa di riposo di Comerio, anche per sollevare l'unica figlia Carmela dall'impegno di un 'assistenza quotidiana che si sarebbe fatta, per forza di cose, via via sempre più intensa. E a Comerio è stato in questi mesi un viavai incessante di vecchi amici - ultimo dei quali giovedì Bob Morse assieme a Sandro Galleani - che volevano scambiare con lui qualche parola, tenendogli compagnia e godendo dei suoi mille ricordi, narrati sempre con eccezionale lucidità, dovizia di particolari e dettagli che la sua memoria prodigiosa aveva fissato. Augusto Ossola si era innamorato della pallacanestro nell'immediato dopoguerra: la Casa dello Sport di via XXV Aprile era diventata un po' la sua seconda casa, ma un incarico dentro la società lo aveva avuto solo dopo che l'Ignis, per la quale lavorava, aveva cominciato nel 1956 il suo rapporto di sponsorizzazione con il club varesino. Ossola, infatti, è stato un "uomo ignis ", responsabile dell'ufficio paghe e contributi di Comerio, persona di assoluta fiducia di Giovanni Borghi. A volerlo all'interno della Pallacanestro Varese era stato l'ingegner Adalberto Tedeschi, all'epoca genero di Borghi (aveva sposato Midia, primogenita del Commendatore), il quale teneva appunto i contatti tra l'azienda e la società cestistica. Augusto Ossola era dunque diventato il cassiere e il responsabile della biglietteria, incarico che avrebbe poi mantenuto sino ai primi anni Novanta.
Questo amore e questa confidenza con i numeri Augusto Ossola li aveva trasferiti anche nel basket, disciplina che appunto con i numeri convive e sa spiegarsi. Sono così nate due pubblicazioni fondamentali per la storia della Pallacanestro Varese: dapprima, nel 1988, "La grande Ignis", volume al quale Ossola aveva voluto dare la stessa veste grafica del precedente "La Pallacanestro Varese " di Renato Ladini e che ne era la temporale e ideale prosecuzione sino alle vicende del 1975 (anno in cui cessò la sponsorizzazione da parte dell'azienda di Comerio, nel frattempo passata alla Philips). Poi, nel 1996, fu la volta di "50 anni con voi ", edito appunto per celebrare il 50° anniversario della Pallacanestro Varese, un libro che raccoglie l'intera gloriosa storia in numeri della squadra (il ricavato delle vendite fu girato all'associazione "Varese con te "). Ma l'amore di Ossola per i numeri collegati al basket non si è esaurito qui: per diletto personale. Augusto annotava curiosità e teneva statistiche che qualche volta erano spunto o verifica per qualche articolo degli amici giornalisti. Augusto Ossola era stato inserito nella Hall of Fame della Pallacanestro Varese, riconoscimento meritato e doveroso dopo tanti anni trascorsi al servizio della società con competenza, rigore e quella straordinaria passione che lo contraddistinguevano. Gli ultimi mesi della sua vita sono stati allietati dalla nascita del primo bisnipote, Zeno, figlio della nipote Paola. Addio, carissimo Augusto! Alla moglie Mimma, alla figlia Carmela e a tutti i famigliari l'affettuosa vicinanza della Prealpina.
Claudio Piovanelli
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