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Cimberio Varese 69 - Sutor Montegranaro 75


Nicolò Cavalli

In serate plumbee come queste, nelle quali lo stemma della Pallacanestro Varese si ricopre di fango, il Fato e l'equità Cosmica non consegnano notizie positive nemmeno dagli altri campi: Pesaro vince al fotofinish, dopo una folle rincorsa, contro Pistoia e mette in serio dubbio la sopravvivenza della Cimberio nella massima serie.
È questo il paradosso di una storia in cui un intero popolo si stringe attorno a una squadra, senza scene di isterie e di contestazione, per uscirne pugnalato alle spalle. Di fronte ai ragazzi di Varese, viziati da pacche sulle spalle, coccolati da eventi con i tifosi, scusati per allenatori dipinti con Barbablù, una compagine di professionisti quale la Sutor, senza stipendio ormai da mesi, viene a conquistare punti, applausi e speranze di salvezze. Ma soprattutto Montegranaro (depredata negli ultimi mesi dei suoi stranieri migliori) porta nel bagagliaio del pullman che la ricondurrà sulle rive dell'Adriatico un senso di dignità. Sostantivo sconosciuto ai quei signori, per i quali gli aggettivi sono pleonastici, con addosso la canotta stellata.
 
[i][b]Piacevoli novità in regia. [/b][/i]Bizzozi, all'esordio stagionale sulla panchina di Masnago, opta per De Nicolao in quintetto al posto del neo papà Clark. Dopo un avvio desolante a “retine bianche”, Johnson dalla media e Polonara in acrobazia scrivono 6-2. Mazzola e Mitrovic danno un po' di ossigeno ai marchigiani, sull'altro versante un ottimo De Nicolao punge due volte dall'arco: 14-6. Le ampie rotazioni imposte dal nuovo coach biancorosso coinvolgono tutta la rosa e pagano dividendi, così Varese tocca in scioltezza il più quindici (canestri che fanno morale per Scekic e Sakota, inframezzati dalla [i]standing ovation [/i]per il riposo concesso a DeNik) prima che Sakic timbri dalla lunetta il 23-10 di fine primo periodo.
 
[i][b]Distrazioni inopinate. [/b][/i]La Cimberio si ripresenta sul parquet con un quintetto ribaltato rispetto allo [i]starting five[/i], occasione propizia colta da Rush e Sakota per allargare la forbice fino al 30-13. Recalcati, incensato con roboanti applausi dalla “sua” Masnago a inizio gara, quasi non osa chiamare time-out, forse per non mettere in risalto la distonia della sua eleganza rispetto alla divisa [i]demodè[/i] della Sutor (rubata a qualche rappresentativa olimpica di metà anni '70). Varese, in apparente controllo, commette il peccato di sentirsi in una botte di ferro ed inizia ad imbarcare acqua. Il pingue Skeen, piantata la tenda nel campeggio dell'area colorata, induce Scekic alla terza penalità e inietta nuove motivazioni ai compagni, dignitosi nel risalire la china fino al 35-22. Due ciuffi dal perimetro di Polonara trovano la pronta risposta di Mitrovic e Cinciarini (letali dall'angolo dopo azioni in fotocopia), quindi Kudlacek segna sulla sirena il canestro che vale il minimo svantaggio marchigiano: 40-34 alla pausa lunga.
 
[i][b]Tutto da rifare. [/b][/i]Banks esce dal letargo primaverile con una serpentina da 2+1 e con un tiro in uscita dai blocchi, quindi Ere si distingue – una volta tanto positivamente – in entrata (47-37). Eppure la partita si mantiene interlocutoria, perché gli ospiti si issano a lungo sotto la soglia psicologica della doppia cifra di disavanzo e iniziano a difendere con le mani addosso, come s'addice a un match di serie A. Clark spezza dalla linea dalla carità il digiuno biancorosso, Montegranaro buca vari tiri aperti, Banks prova a scacciare i fantasmi con la tripla del 51-41. Animi tranquilli? Niente affatto: l'ex Lauwers e Cinciarini si confermano abili cecchini, Campani umilia l'improvvido Scekic e in un amen i ragazzi di Recalcati hanno il fiato sul collo degli abulici giocatori di casa: 54-52 e volti torvi raccolti intorno a Bizzozi.
 
[b][i]L'inizio dell'incubo. [/i][/b]Un fallo antisportivo comminato a De Nicolao, reo di aver trattenuto a terra Lauwers in una convulsa lotta a rimbalzo, rappresenta il preludio alla discesa negli inferi. Sakic e Campani portano gli ospiti sul 54-58 (imbarazzante il dominio sotto le plancw: 28-43), mentre i 4.400 del PalaWhirlpool si sgolano per non piangere o per non andarsene giusto in tempo per gustare un aperitivo. Banks ed Ere ribaltano l'inerzia con due punti esclamativi dai sette metri, però gli eccessi di protagonismo di De Nicolao Giano Bifronte rimescolano ancora le carte in tavola: Lauwers, ancora lui, in transizione dice 60-62. Varese si trascina per il campo con la paura negli occhi e nei polpastrelli, piombando negli abissi del 62-66 dopo l'ennesima fuga verso la salvezza dei giallo-blù. Il resto sono solo fischi, meritatissimi, ad accompagnare la trafila dei tiri liberi avversari, le conclusioni sbilenche dei nostri, la sesta sconfitta in nove uscite al Lino Oldrini dell'annata dannata 2013/2014.
Annata che, se nella prossima trasferta di Pesaro la rotta non fosse prontamente invertita, diverrebbe infernale. Si salvi chi può...
 
 


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