Ancora una volta i sogni di gloria prealpini annegano nella marea bianco-verde. Pur senza i rimpianti da notte insonne patiti la scorsa stagione (con gli incubi della finale di Coppa Italia e di gara 7 di semifinale play-off), il pomeriggio del popolo varesino viene rovinato dal colpo di reni di una Montepaschi al solito tenace, pragmatica, volitiva. La chiave sta forse nella botta tremenda che Banks patisce all'inizio del quarto periodo: elemento che si propone come discriminante all'interno di quarantacinque minuti di equilibrio e lotta spasmodica. Cuore e attributi valgono gli onori delle armi, d'altro canto non bastano per coltivare l'utopia della [i]post season[/i].
[i][b]Primo periodo in trincea. [/b][/i]Gli ospiti, ridimensionati nel monte ingaggi ma sempre dotati di un [i]roster[/i] di ottima consistenza, pigiano sull'acceleratore con Hunter: 4-7. La Cimberio regge l'urto in difesa però fatica terribilmente nella metà campo avversaria, laddove le rinunce a tiri aperti si tramutano in palloni in [i]parterre[/i]. Dopo il guizzo di De Nicolao - tripla in transizione per il pareggio - la contesa sale di tono e i contatti fisici divengono serrati: il leonino Banks e ancora il play veneto incendiano di entusiasmo Masnago (platea meno numerosa di altre volte ma capace di emettere decibel assordanti). Il quintetto di Bizzozi declina un paio di minuti di poesia, con Polonara e Johnson a scrivere rime baciate per il momentaneo 17-11. Crespi sfoga la sua rabbia in una sospensione tecnica, stimolando a dovere i detentori dello Scudetto: Janning e Cournooh ricuciono fino al meno uno della prima pausa.
[i][b]Non è uno sport per signorine. [/b][/i]Banks approccia il nuovo periodo con una tripla dall'angolo e con un [i]alley oop[/i] per il Presidente, quindi Stoglin rincara la dose mettendosi in proprio (25-16). Scekic e Sakota fanno rifiatare con profitto le torri titolari, la Montepaschi perde fluidità e più di una volta opera con le maniere forti: gli appassionati del PalaWhirlpool, in rigurgiti di sana partigianeria, si calano per qualche minuto nel clima bellicoso di una primavera fa. Varese tocca la doppia cifra di vantaggio grazie a Rush (finalmente in gol dopo aver colpito l'intero scibile umano di ferri, tabelloni, strutture portanti del canestro e della tribuna), quindi l'esperienza e la malizia dei toscani riportano la sfida sui binari dell'equilibrio. Viggiano e Hunter siglano il 33-28 mentre i prealpini, in debito d'ossigeno, gestiscono approssimativamente gli ultimi possessi.
[i][b]Botte e risposte. [/b][/i]L'avvio di ripresa non brilla per velocità di manovra ed acume nelle scelte; buon per la Cimberio che Banks ed Ere peschino comunque dalla raccolta differenziata (leggi extra-possessi da rimbalzi offensivi, ben otto nella frazione) i canestri del 40-33. De Nicolao sbaglia due triple che sarebbero valse la fuga e si macchia per generosità del terzo fallo, i compagni sopperiscono alzando barricate in difesa. Sul più sette Linton Johnson arpiona l'ennesimo pallone nel pitturato offensivo, ma la sfera scivola fuori. Proteste, nella media delle reazioni da tensione agonistica, e fallo tecnico comminato dall'arcigno Paternicò: la MPS assomma un break 0-5 con la tripla all'angolo, ferale, di Janning. Il finale di terzo periodo è al fulmicotone, dardi di Banks e Stoglin, inframezzati dalle entrate di Ortner e Viggiano. La sirena, in concomitanza del 48-45, serve a riordinare le idee e a placare i bollori.
[i][b]Illusioni, saluti e ringraziamenti. [/b][/i]Il rush conclusivo inizia con tinte grottesche. Dopo un bel contropiede di Banks e Polonara, Adrian si scontra fortuitamente nella corsa con l'arbitro Paternicò. Segno del destino? L'uomo in arancione viene soccorso tra fischi e insulti stigmatizzabili, il numero 9 di casa esce claudicante e con il ghiaccio sulla nuca. Un paio di errori imperdonabili in regia offrono all'ammiraglio Nelson e all'italoamericano Viggiano spazi per il pareggio, manifestatosi a quota 50. Haynes, già decisivo a gennaio nel confronto d'andata nella città del Palio, dipinge schizzi di classe sulla scorbutica tela della volata; il torello Stoglin attacca a testa bassa, riportando Varese con il naso davanti (60-59). Terrell a tratti sembra Banks, a tratti un folle preso da un campetto del Bronx: i suoi liberi valgono il 64-61, con il rimpianto del più 5 annullato da un fischio galeotto (sfondamento di Sakota). La tripla del pareggio arriva puntuale con Carter, quindi Haynes sulla sirena non smuove il 64-64.
L'[i]overtime [/i]risuona[i] [/i]però come il proverbiale canto del cigno. La spia della riserva non mente, Ere pasticcia inopinatamente sui due lati, l'assenza di Banks non può essere controbilanciata dagli ultimi sussulti della coppia De Nicolao-Polonara. Siena controlla con esperienza e taglia il traguardo a braccia alzate, involandosi verso il secondo posto in stagione regolare: bottino eccellente, visti i travagli di società e sponsor.
A Varese rimane solo il sapore dei rimpianti dei tanti, troppi, intoppi incontrati da ottobre ad oggi: gli americani cambiati in corsa, il tardivo siluramento del Maestro Frates, l'infortunio capitato stasera all'uomo faro Banks, crollato a terra sul più bello. Epilogo di una stagione amara, addolcita dal coro “siamo sempre con voi” levatosi dalle tribune: una verità sacrosanta ed unico fiore all'occhiello di una primavera senza play-off.
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