Una sconfitta beffarda punisce oltre modo una Cimberio dignitosa e aggressiva, affossata ancora una volta dall'assenza di carisma in campo e in panchina. Dopo trenta e più minuti giocati con lo spirito giusto, sono i tifosi biancoblu affossati nella gabbia a intonare il [i]Cata su[/i] e anche un augurio di discesa negli inferi della serie B.
La differenza sta tutta nelle alchimie di un allenatore umile e capace, Pino Sacripanti, abile nel gestire delle energie dei suoi e nel valorizzare, quando tritatutto Aradori (19 punti, 6 rimbalzi, otto falli subiti) rifiata, un quintetto da battaglia. Nella metà perdente del [i]parquet [/i]siede invece il Maestro Zen, giunto ormai sotto il 25% nel saldo stagione delle vittorie, che vede i suoi paladini dalla scudo bucato – ogni riferimento a Clark ed Hassell è voluto – chiudere il quarto periodo con un orrido 4/21 dal campo. Scelte tattiche inconcepibili, così altisonanti da gridare vendetta.
[i][b]Tutto d'un fiato. [/b][/i]La Cimberio trova un abbrivio gagliardo seguendo la sua stella polare Ebi Ere (sette punti e un assist al bacio per Hassell), dall'altra parte le bocche da fuoco brianzole Aradori e Jenkins non smentiscono la loro fama di bomber: 9 pari. Banks conduce con fortune alterne gli attacchi di Varese, però a piangere è il piatto di una difesa in perenne affanno dinnanzi al [i]pick'n'roll[/i] avversario (15-18 dopo la bimane di Cusin). Un primo quarto godibilissimo per percentuali e velocità di esecuzione prosegue con lo scambio di triple tra i “comprimari” Rush e Rullo, fino a chiudersi sul 22-21.
[i][b]Guerra di trincea. [/b][/i]Scekic esce dal freezer e in un amen assomma un sotto mano, un recupero a centrocampo e un passaggio da Hollywood per Clark: 27-23 con Masnago che quasi si ancora ai seggiolini per non osare sperarci troppo. L'Acqua Vitasnella reagisce al meno sette – frutto di un altro dardo di Ere – con Ragland ed Uter, quindi De Nicolao e Rush rispondo con caparbietà in entrata. I biancorossi provano di nuovo a scappare forti di un 50% dal perimetro (6/12 nella prima metà gara), ma appena la lepre prova a mimetizzarsi oltre l'orizzonte il segugio Aradori drizza le orecchie: 39-35. Il [i]magic moment [/i]di KeeKee Clark (dieci punti di seguito) viene smorzato dalla “bomba” di Gentile, così il 47-42 dell'intervallo lungo non consegna né vincitori né vinti.
[i][b]Dolci illusioni. [/b][/i]Il 2/2 da tre con cui Cantù si ripresenta sul [i]parquet[/i] annulla il poco fieno messo pazientemente in cascina. L'attacco dei ragazzi di Frates si incaglia nei malumori di Hassell, Cusin funge da contraltare con due ingenuità non degne del suo cabotaggio internazionale. La Cimberio rimane in vantaggio con il cuore di Polonara e di Ere (56-52), provando in tutti i modi a disinnescare il tornado chiamato Pietro Aradori. Scekic, ex di turno fin troppo elettrizzato, inciampa nella quarta penalità personale, ma questa volta Big Franklin risponde presente con due canestri che scrivono il 62-56. Issatasi sul più otto, la Cimberio offre due rimbalzi offensivi sanguinosi ai brianzoli, però la bolgia del Lino Oldrini galvanizza Banks e compagni: del figliol prodigo Adrian l'incursione del 66-57 di fine periodo.
[i][b]Risveglio da incubo. [/b][/i]Il braccino del tennista caratterizza l'avvio del quarto decisivo, dove Sacripanti vince la partita con una zona d'alta scuola. Cusin e Rullo dimezzano il disavanzo, con il giovane azzurro a punire in contropiede le follie dello sciagurato Rush (68-64). L'ossigeno diviene più rarefatto, conducendo a scelte di gioco improvvide. La Cimberio – resa al contempo vivace e disordinata da De Nicolao – si contenta di tiri molli dai sei metri o più, sull'altro versante Gentile e Ragland fiutano il colpaccio. Il 2+1 di Cusin, contemporaneo al quinto fallo di Scekic, sancisce il contro sorpasso (71-72), la tripla di Polonara illude, quella di Aradori mortifica i 4500 del PalaWhirlpool. L'assist traballante di Clark per il tiro osceno di Hassell è la fotografia della partita e della stagione largamente insufficiente. L'ultimo sussulto di Ere serve solo a prolungare l'agonia, Cusin chiude a braccia alzate sul traguardo.
Il silenzio assordante dei fedelissimi di casa è la colonna sonora dell'ennesima [i]debacle[/i] stagionale. Come spiegare una sconfitta simile? Come lenire la delusione di persone cresciute, fin dall'alba dei tempi della palla a spicchi, di pane e pallacanestro? I veri Maestri Zen sono loro. Questa volta cominciamo a fare i complimenti alla loro pazienza. Peccato soltanto che persone giunte da altre latitudini, prossime o remote, stiano scolorendo il blasone delle bandiere biancorosse.
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