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Cimberio Varese 83 - Grissinbon Reggio Emilia 64


Nicolò Cavalli

Che la pallacanestro sia uno sport assurdo e privo di logiche, è noto da tempo. Eppure, al cospetto di certi ribaltoni, rimaniamo ogni volta basiti e stupefatti. Due aggettivi che accomunano i tifosi di Varese. Quasi tremila folli che, in barba a squalifiche, freddo d'autunno e chilometri d'autostrada, rendono incandescente con cori e stendardi il catino in mattoni rossi di Casale Monferrato. Un palazzone edificato in stile Lego, dove la banda di Frates appare di plastica – come i celeberrimi cubotti danesi – per venticinque minuti, per poi animarsi e sciorinare un ultimo periodo da leccarsi i baffi.
Potremmo elencare per una pagina intera cosa non sia funzionato a Vilnius, a Siena in Supercoppa, stasera in un primo tempo da tregenda. Ma talvolta bisogna sapersi contentare e godersi due punti preziosi, ottenuti contro una rivale di spessore costruita per traguardi ambiziosi.
 
[i][b]Un po' di paura negli occhi. [/b][/i]L'approccio troppo incartato alla partita si sostanzia in contropiedi sbagliati, forzature estemporanee e palloni persi (ben cinque nel primo quarto, peraltro senza che la Grissinbon esageri con la fame agonistica): Reggio corre 1-7 con gli esperti Cinciarini e Brunner a non perdonare le distrazioni altrui. Le prime giornate di campionato sono tipicamente contraddistinte da momenti e sensazioni in altalena, così la Cimberio ribalta le sorti con Coleman e Polonara fino all'8-7. L'intesa Clark-Hassell è una chimera, la maggiore serenità dei ragazzi di Menetti è il lasciapassare per un bel parziale di 0-8. Frates prova a cambiare l'asse nevralgico con De Nicolao e Scekic: ne esce un fallo antisportivo non capitalizzato a pieno, preludio del 13-20 di Antonutti di fine frazione.
 
[i][b]Uno sprazzo dall'arco non basta per l'aggancio. [/b][/i]Piombata in apertura di seconda frazione a -9, fra qualche mormorio e un bagagliaio di inquietudine, il quintetto battagliero di Varese produce tre triple in sequenza (a segno Polonara, Rush ed Ere) per stampare il pareggio a quota 22. Gli emiliani, inesorabili, premiano la [i]verve [/i]di White – campione tornato nei palazzetti d'Italia con l'intento di riconfermare la natura di tornado delle annate sassaresi e pesaresi – e di Karl per tornare in sensibile vantaggio sul 24-31. Rush, abile a buttarsi nella mischia con coraggio, e il primo ciuffo di Hassell riportano i “padroni di casa” in scia, quindi Bell e il gigante Cervi confermano il dominio territoriale reggiano. La Cimberio va nello spogliatoio con otto lunghezze di disavanzo (33-41), raccogliendo i cocci rotti di una regia titubante, nella quale Clark e De Nicolao si contendono la palma del peggiore interprete.
 
[i][b]La contesa sale di tono. [/b][/i]Capitan Ere suona la cornamusa per richiamare i compagni sull'attenti: i suoi cinque punti ispirano anche Hassell, bravo ad eludere la museruola di Brunner per pescare il 2+1 che vale il 41-43. Il ragazzone in maglia n. 21 si mostra sin troppo esuberante e commette la terza penalità su Zio Fester, la Cimberio si innervosisce ma questa volta lascia intravedere vivido orgoglio. Il fallo antisportivo di Karl su Coleman – rapido come una saetta quando si mette in proprio – dà il là all'agognata operazione sorpasso: la tripla di Clark fa esplodere il PalaFerraris e scrive 50-47. La Grissinbon si esibisce con pregio dal perimetro grazie a Filloy ed Antonutti, l'inerzia torna nella direzione ospite ma due sfondamenti di White, assai dubbio il primo, lasciano la bilancia equipollente in vista del volatone finale (55-57).
 
[i][b]Il risveglio dall'incubo. [/b][/i]Cinciarini spopola nel confronto tra playmaker, Varese compensa la brutta prova nel gioco ragionato con la ferocia di Rush per riportarsi in parità. Il punteggio rimane inchiodato a lungo sul 59 pari, poi De Nicolao (il gemello bravo e tosto di quello visto da settembre ad oggi) e Polonara ispirano un mini parziale che dà ossigeno in un ambiente rarefatto e convulso. Gli uomini di Menetti piangono dalla linea della carità (4/11 complessivo), Scekic appoggia comodamente il 65-60 e contribuisce sensibilmente all'autostima del gruppo. Non è un caso che la difesa continui ad assestare colpi letali, che il DeNik ronzi per il campo seminando scompiglio, che Ere abbia lo spazio per cesellare dai sette metri il ciuffo del più dieci. Il resto è pura accademia, comunque utilissima per mettere al sicuro il quoziente punti.
 
Un quarto periodo di rara intensità, condotto nei suoi momenti splendenti con Clark ed Hassell relegati in panchina. Dati su cui riflettere con la calma e il sangue freddo conferiti dai due punti in saccoccia. Il lavoro all'orizzonte è tantissimo, l'orgoglio sarà l'ago della bilancia tra una stagione buona e una mediocre. La Gazzetta dello Sport ieri ha messo la Cimberio all'undicesimo posto dell'ipotetica griglia della stagione. Chi lo dice ad Ere, a Polonara, a De Nicolao, a Rush e a Sakota?


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