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È una Varese in formato diesel quella che assomma nell'amico PalaFerraris 4 punti in due uscite. Una macchina che sbanda talvolta qua e là, ancora alla bisognosa ricerca di un play degno di questo ruolo. Un veicolo che però sa rimettersi in carreggiata e tirare dritto fino alla meta, confortato da un centro in potenza decisivo, da un capitano aggressivo e risoluto, da una tempra che potrebbe tornare comoda nei lunghi viaggi del futuro.
Ci interessa poco la (non) prestazione di Venezia: i Soloni della stampa nazionale aspetteranno pazienti che la banda di Mazzon si erga, come da pronostico, sul podio del campionato. Intanto segna la bellezza di una tripla in tutta la gara, si fa surclassare sotto le plance (43-33) e gioca a servizio degli individualismi senza regalarsi assist. Il lungo cammino della stagione regolare rivelerà se i grandi budget siano o meno sinonimo di felicità.
 
[i][b]Quanta fretta, dove corri, dove vai. [/b][/i]Lo [i]starting five[/i] di Frates, composto dai tradizionali effettivi, approccia la contesa con difesa quadrata (salvo un paio di dormite che lasciano un'autostrada libera ad Easley) e discreta abnegazione a rimbalzo: 11-8 a metà periodo con Coleman sugli scudi. La Reyer sfrutta le sue numerose bocche da fuoco per riavvicinarsi ai prealpini, quindi Varese capitalizza il fallo antisportivo subito da Scekic: il serbo timbra il 2+1 e rincara la dose con il gancio del 16-10. Il tassametro delle penalità biancorosse corre rapido (due gettoni pagati da Hassell, Scekic e Clark); ne esce un “quintettino” obbligato con Rush da quattro, mangiato vivo sui due lati del PalaFerraris dall'esperto Peric. Anche Coleman si incarta e rifiuta tiri aperti, così i lagunari chiudono sul più uno il primo quarto grazie all'appoggio di Rosselli: 16-17.
 
[i][b]Si è visto di meglio. [/b][/i]La confusione regna sovrana e viene aggravata da alcune scelte arbitrali che destano quanto meno perplessità, al pari della distrazioni dei nostri. Perfino Vitali, non certo un tornado di rapidità, si invola in contropiede per il 18-23, smorzato nella sostanza dalla tripla di Polonara. Smith e lo stesso Vitali mangiano, bevono e conversano indisturbati nella retroguardia lombarda: 21-29. Il 5-0 a firma di Rush e Coleman induce Mazzon a chiamare il minuto di sospensione, paradossalmente più favorevole a una Varese più lesta nella circolazione della palla e sartoriale dal perimetro: Ere, Clark e Polonara scrivono 34-29 al culmine di un parziale davvero efficace. Ere, in maniera geniale, devia nella propria retina un tiro libero già destinato nel cesto, regalando un punto aggiuntivo all'Umana. Una prima frazione non certo indimenticabile per tasso tecnico e di acume (in totale, una palla recuperata a zero in venti minuti...) si chiude sul 39-38.
 
[i][b]Un altro volto nella ripresa. [/b][/i]La Cimberio vive di guizzi fugaci alla costante ricerca di se stessa: Hassell accende la miccia da sotto, Ere e Polonara fanno centro da lontano per il 49-44. Gli orogranata inventano ogni espediente per gettare possessi al vento, i biancorossi litigano con i ferri e il punteggio ristagna a lungo nell'umidità del basso piemontese. In un incedere di azioni approssimate, il derby tutto azzurro Vitali vs PolonAir disegna nuove battute di una trama di grande equilibrio. De Nicolao, a tratti inguardabile, inventa per il redivivo Hassell l'assist che fissa il più otto all'eclissi del terzo periodo (63-55).
La volata finale è spigolosa e riaccende la passione. In una serata avara di poesia, il numero da prestigiatore del Capitano e l'ennesimo movimento pulito sotto canestro di Big Franklin bastano per la doppia cifra di vantaggio – 70-60 – e per riscaldare l'ugola dei tifosi varesini in esilio (meno numerosi dell'esordio, ma capaci di offrire un bel colpo d'occhio). La truppa di Frates, in saldo controllo del pitturato, perde senza il suo centro titolare un po' di stazza ma mai la bussola. La prima tripla ospite arriva al '37 con Taylor (72-65), subito dopo il solito Clark getta al vento un contropiede per superbia e rimette in carreggiata il maggiolino targato VE. Ci pensa allora “mano bollente” Ebi Ere a tramortire l'avversario con due dardi mortiferi dal perimetro.
 
Chiuso con il sorriso il ciclo di match casalinghi fuori mano, il popolo si ritroverà a vivere nuovi riti domenicali nel tempio pagano di Masnago (finora consacrato alle effigi della Eurocup). Ci ritroveremo a bere il caffè fuori dal Lino Oldrini commentando pregi e difetti del gruppo di Frates. Con quattro punti in classifica, anche le disamine saranno meno avvelenate. Vedremo se sarà parimenti conciliante l'accoglienza riservata a Vitucci....


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