"Me ne vado, anzi no". L'allarme Eric Maynor scatta ma poi si smorza alla vigilia dell'esordio casalingo nel nuovo anno solare dell'Openjobmetis. Tra la frustrazione per le ultime prove negative e le contestazioni della Curva Nord, nella mattinata di ieri il giocatore ha manifestato la volontà di rescindere il contratto, abbozzando anche un discorso economico per la transazione dell'accordo con il club di piazza Monte Grappa.
Poi, però, è rientrato tutto: Maynor è stato regolarmente presente all'allenamento di ieri sera al PalA2A (90 minuti tra video e campo) e sarà in campo stasera in Champions League contro il Ventspils (palla a due alle ore 20.30). Per questo l'Openjobmetis non ha compiuto alcun sondaggio in cerca di eventuali sostituti. Le due settimane di pausa del campionato tra andata e ritorno (la serie A non giocherà il 15 gennaio, data originariamente prevista per l'All Star Game poi "abortito": Varese sarà martedì prossimo sul campo del Radom e poi si fermerà fino a mercoledì 18 per il match contro l'Usak) serviranno eventualmente per rifare il punto della situazione. Se poi Maynor, a mente più fredda, dovesse esprimere nuovamente il desidesio di chiudere il rapporto la prossima settimana, sul conto del giocatore del 1987 starebbe riflettendo Capo d'Orlando che è ancora in caccia del sostituto di Bruno Fitipaldo (ceduto al Galatasaray in cambio di un congruo buy-out) nel ruolo di playmaker titolare.
Però ad oggi, e sicuramente anche sabato contro Torino, Maynor resta il regista titolare di Varese che, pur interrogandosi legittimamente sulla capacità dell'ex Oklahoma City di guidare verso la salvezza l'ammaccato vascello biancorosso, chiede a lui - ed a tutto il gruppo attuale - di fare uno sforzo per sposare la ricetta basata su coralità e unità di intenti predicata da Attilio Caja. Dunque, provare a rialzarsi appena 48 ore dopo il ruzzolone di Cremona nel dal match di stasera contro i lettoni dell'ex biancorosso Willie Deane. Partita pressoché ininfluente per i destini europei di Cavaliere e soci, che stasera potrebbero essere aritmeticamente eliminati dalla corsa playoff, pur potendo rientrare dalla porta di servizio col ripescaggio in FIBA Europe Cup (servirebbero tre vittorie nelle ultime quattro gare della regular season del girone C per agganciare il sesto posto utile per prolungare il cammino internazionale).
Ma a dispetto del peso relativo della posta in palio, Attilio Caja chiede ai suoi una reazione immediata: «Che il malato fosse molto grave era evidente da subito. Io, però, non ho preclusioni ad affrontare i problemi a viso aperto: in allenamento (ieri, ndr) ho insistito molto per far capire alla squadra che cosa fare e che cosa non fare. Dunque, ben venga la coppa: per noi è importante eliminare le cattive abitudini degli individualismi e migliorare gli automatismi corali. Ogni partita ci è utile per acquisire certezze, se poi riusciremo a trovare la scintilla giusta per vincere ci darebbe una bella mano per dare a noi stessi e all'ambiente quell'iniezione di fiducia indispensabile per invertire la rotta».
Giuseppe Sciascia
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