L'asticella della Champions League è ancora troppo alta per l'Openjobmetis. La squadra di Paolo Moretti paga la peggior serata offensiva della stagione e incassa il quarto stop consecutivo in Europa, pagando dazio contro l'esperienza e la fisicità del Rosa Radom. Fatale un secondo tempo disastroso sul piano del gioco, con soli 25 punti segnati (ma 19 in 18'30") è un terribile 24% dal campo (9/37 dopo l'intervallo) che smorza gli spunti positivi di un primo tempo quantomeno vivace sul piano del ritmo (17-10 al 7'e 37-30 al 18').
La cartina di tornasole della prova dai due volti di Varese è la prestazione di Eric Maynor, che dopo 20' lussuosi (12 punti e 5 assist alla pausa lunga) va fuori giri (1/9 dal campo nella ripresa). Così la squadra di Moretti disperde il "tesoretto" costruito con sacrificio difensivo nei primi 20' con un ritorno in campo di sconcertante assenza mentale (parziale di 2-13 in 3 ' e 39-45 al 23'). E quando deve inseguire riemergono gli spettri delle 5 sconfitte consecutive, con i problemi tecnici di un attacco che senza "punch" dall'arco (2/13 da 3 dopo l'intervallo) paga la mancanza di pericolosità interna con i piccoli respinti nel traffico (8/26 in due per Maynor e Avramovic) e i lunghi "more solito" non produttivi spalle a canestro (8 punti e 3/9 in tre per Anosike, Pelle e l'acciaccato Campani).
Contro una difesa organizzata nel proteggere il ferro, di tutt'altro impatto fisico rispetto a quella di Pesaro, si rivede la squadra anonima delle 5 sconfitte in fila, che raccoglie anche qualche fischio dai tifosi di Masnago, spazientiti da un terzo quarto avarissimo di qualità offensiva (11 punti con 5/17 dal campo), ma soprattutto povero di testosterone difensivo pagando dazio a suon di secondi tiri (6-15 a rimbalzo nella frazione) monetizzati dai velenosi dardi di Zyskowski e Sokolowski (10/20 da 3 per il Radom contro il 7/26 OJM). E quando Varese sistema la difesa nel quarto periodo, la tradisce un attacco paralizzato da una difficoltà più mentale che tecnica nel mettere punti anche nelle situazioni agevoli. Così non si va oltre il 58-62 del 37', con possessi non capitalizzati in assenza di un risolutore perimetrale in grado di dare certezze quando il ritmo si abbassa.
Dunque la rondine dell'Adriatic Arena non fa primavera, o meglio dimostra che l'attuale versione dell'OJM non ha risorse sufficienti per essere competitiva per i playoff in Italia e in Europa, andando malamente a sbattere contro i limiti acclarati appena il livello delle avversarie si alza. La caccia ad una combo-guard che garantisca punti e pericolosità in penetrazione prosegue, ma per la qualificazione al secondo turno di Cham-pions rischia già di essere troppo tardi...
Giuseppe Sciascia
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