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Openjobmetis Varese 74 - Royal Hali Gaziantep 71


Nicolò Cavalli

Scossa nell'animo dall'ennesimo ribaltone di un'annata avvolta dai fumi (fin troppo facile il riferimento alla cannabis assunta nel momento sbagliato da Faye...) delle sfortune e dei disguidi, la banda di Moretti viene ripagata da un pizzico di buona sorte nel momento del bisogno. Varese, bella e agile per trenta minuti, con il pressing delle guardie a compensare il contingente delle plance ridotto al minimo sindacale, non si piega dinnanzi ad un parziale di 1 a 15 e strappa orgogliosamente il passaggio del turno nei play-off.
 
[i][b]Guardie ispirate. [/b][/i]I punti a raffica del duo Wayns e Wright, monopolizzatori dell'attacco dopo la prova di Torino dedicata prettamente alla regia, valgono il 13 pari al '5. Varese prova ad alzare i toni in difesa, alternando uomo ad accenni di zona, e ne ricava tiri aperti in attacco: il parziale di 11-0 in coda di primo periodo (26-15) vede tra i protagonisti Davies e Kuksiks.
Il Gaziantep spezza sette minuti abbondanti di abulia offensiva con il dardo di Calloway (29-18), Moretti invece deve fare i conti con la seconda penalità di Kangur e le risicate alternative nel pitturato. Wright ricama per sé e per i compagni – notevoli un paio di assist per Davies coincidenti con il +15 –, i turchi litigano con il ferro (4/14 dal perimetro a metà gara, 13/36 nel saldo globale) e così Varese, pur in crescente debito di ossigeno, mantiene la soglia psicologica della doppia cifra di vantaggio: 42-31 alla pausa lunga.
 
[i][b]Rincorsa saracena. [/b][/i]Il 9-2 di inizio ripresa, condito da un pregevole gioco corale, obbliga i ragazzi del Royal Hali a subire una strillata sonora da parte di coach Dedas. La reazione arriva solerte con gli [i]yankee [/i]Calloway e Williams (davvero modesto l'apporto degli “indigeni”, ad eccezione di Ogut) bravi a firmare il 54-41, eppure una OJM in assetto guerrigliero non molla sospinta dal migliaio di tifosi presenti a Masnago. Assalto dopo assalto, le sbavature di Ferrero e la forma approssimativa del rientrante Cavaliero offrono il fianco all'ex Rautins (galvanizzato da un canestro in transizione), dunque al '30 il tabellone dice 60-54.
 
[i][b]In equilibrio sul cornicione. [/b][/i]L'antisportivo comminato a un Davies leonino non partorisce il temuto aggancio. Gaziantep abusa infatti del tiro dalla lunga con fortune alterne, nel mentre Wayns brucia la difesa avversaria e con il plurimenzionato scudiero Brandon scava un nuovo [i]break[/i] (69-56). Stone, proprio l'ex Venezia protagonista di un flirt di mercato mai sfociato in amore, passa da zero a nove punti in un battito di ciglia, Varese spreca un paio di possessi ghiotti e Rautins calca la mano pesante: 70-71 con novanta secondi sul cronometro. Moretti parla con i ragazzi per scuoterli dal parziale di 1-15 e la risposta giunge esemplare. Wayns sigla in sottomano, la difesa si stringe e Cavaliero strappa il rimbalzo decisivo. In lunetta, il triestino timbra una volta su due, arpiona la palla vagante e bissa. Al Royal Hali rimane solo il tempo di subire un altro fallo e di scagliare sul ferro la preghiera, ultimo commiato dall'Europa.
 
Ecco allora una Varese scapestrata regalarsi un primo tangibile traguardo stagionale. Ai quarti di finale i biancorossi incroceranno le lance contro Anversa. Ricordi fiamminghi di epopee di Coppa Campioni si mescoleranno alle sensazioni, strane e meno nobili, della Fiba Cup di quest'anno. Comunque vada, la birra sarà ottima: [i]blanche[/i], [i]blonde[/i], [i]rouge[/i]. Visti gli stravizi di certi atleti, ai fedelissimi un paio di boccali non saranno certo vietati...
 
 
[i][b]Il migliore: Christopher Wright. [/b][/i]Senza dimenticare Wayns (20 punti) e Davies (19 p. con 12 rimbalzi), parimenti decisivi nella lotta arcigna, premiamo l'ultimo arrivato del clan. Otto assist e una difesa sempre attenta certificano, al pari dei 13 punti, la presenza di ingranaggi ogni giorno più oliati.
 
[i][b]Il peggiore: Giancarlo Ferrero. [/b][/i]Non si tratta di una insufficienza grave o di una bocciatura, tuttavia rimangono negli occhi alcune scelte forzate, falli ingenui e palloni gestiti con troppa timidezza. Spesso emblema della classe operaia al potere, siamo sicuri che darà un valido contributo alla volata salvezza e nel doppio (o triplo) confronto con Anversa.


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