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Openjobmetis Varese 81 - Betland Capo d'Orlando 82


Nicolò Cavalli

Un primo tempo in cui Varese si fa prendere in testa 25 rimbalzi (contro 12) e non indovina un accoppiamento difensivo, un terzo quarto condotto con il terrore negli occhi e la nebbia nella mente, una reazione vivida sprecata nel momento topico di una serata di infiniti rimpianti (un dato su tutti, il 19/28 dalla lunetta). Questa la [i]summa[/i] – nel senso di riassunto, ma anche di [i]iniuria[/i] – di una gara mal preparata da Moretti e bucata tremendamente da alcuni interpreti (Wayns). Una partita che, senza scaramanzia alcuna, temiamo verrà raccontata tra qualche mese per descrivere la discesa verso gli inferi della Lega Due.
 
[i][b]Chi ha scritto la sceneggiatura? [/b][/i]In un avvio di gara con modestissimo livello tecnico e agonistico, sono i veterani di Capo d'Orlando, Bowers e Jasaitis, a produrre il primo allungo (5-8). Moretti richiama in panchina l'esordiente Wright, artefice di qualche forzatura e in vistoso ritardo di condizione, trovando dagli altri attori in campo una recitazione da [i]b-movie [/i]resa ancor più grottesca, nei ranghi avversari, dalla schiacciata mancata da Oriakhi. Cinque punti di polpastrello di Kangur, uno che quanto meno ha calcato palcoscenici di vera pallacanestro, e sette di Boatright, campione NCAA 2014, ridanno dignità alla partita in concomitanza della prima pausa: 15 pari, ma il copione è da cestinare.
 
[i][b]Monologo di Boatright. [/b][/i]La girandola di cambi biancorossa, utile soltanto a lasciare il solito numero 11 ospite libero di martellare da ogni posizione (deliziosa la tripla del 17-24), richiama la proprietà di matematica elementare per cui cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia: affanno, approssimazione, paura. Due conclusioni pesanti di Faye e il primo squillo di Wright – 26-28 a metà periodo – non fanno il paio con la dovuta attenzione difensiva e nel presidio dei tabelloni: perfino il baby Laquintana assume i galloni del leader trascinando la Betland alla doppia cifra di vantaggio. Una rubata, convertita in affondo al ferro, di Ferrero riscalda l'ugola dei fedelissimi di Masnago, eppure i ragazzi di Di Carlo procedono imperterriti (ventello di Boatright e dardo di Ilievski) prima dell'entrata di [i]Momo [/i]per il 38-43 della pausa lunga.
 
[i][b]Un coro di balbettii. [/b][/i]La zona morettiana di inizio ripresa fa sudare l'Orlandina, comunque abile a scrollarsi di dosso le ragnatele con il ciuffo di Bowers, mentre sul fronte offensivo il piatto prealpino continua a piangere lacrime amare. Il metro arbitrale scontenta un po' tutti, mentre le polveri bagnate di Varese (nel periodo, 0/5 dall'arco e 6/11 dalla lunetta) regalano un largo sorriso alla diligente banda messinese: 45-52. Il migliore siparietto arriva dalla panchina biancoblu, dove un Di Carlo fin troppo nervoso viene calmato da Basile, ultimo panda della generazione d'oro del basket nostrano. Sbaglia e sbaglia ancora, la Betland crea alla fine il solco con Boatright e Bowers: raccapricciante che lo staff di casa si rifugi nel time-out quando la grandine ha già partorito il 49-60, gap replicato all'ultimo riposo (54-65).
 
[i][b]Beffa meritata. [/b][/i]Due triple di Kuksiks, innescate dalla forza della disperazione più che da schemi ponderati, e tre canestri di pura rabbia di Ferrero rimettono sui binari dell'equilibrio (68-71) una gara deragliata, poche stazioni prima, in concomitanza del meno tredici del minuto '32. La furia cieca dell'OJM, in vantaggio dopo un'eternità sul 73-71 grazie a una magata di Kangur, viene placata dalla retina arsa dalla lunga da Jasaitis. Varese macina finalmente gioco e orgoglio, trovandosi coesa con il peggior Wayns della stagione messo a sedere, così da una stoppata di Davies nasce la spinta propulsiva per il 78-74. Capo d'Orlando non molla un millimetro (4/4 dalla linea della carità), il ferro rifiuta il canestro di Wright che avrebbe significato vittoria, Jasaitis timbra i liberi dell'81-80. Moretti, dopo il minuto di sospensione, consegna la palla al nuovo arrivato, il quale utilizza male tempi e spaziature. Ecco allora il furetto Boatright incunearsi nell'area avversaria, nascondere la palla, farla riapparire nel cesto ammutolendo i 3700 di Masnago. Punti numero 30 e 31 per il soldato Ryan, come a dire che gli acquisti azzeccati in corsa decideranno la permanenza nella massima serie. Torino ha aggiunto Dyson al [i]roster[/i], Pesaro Daye, Capo d'orlando Boatright, Varese ha tenuto Galloway in squadra fino a febbraio. A voi le considerazioni...
 
Immaginatevi il classico finale da film americano, con il protagonista impegnato nel disperato tentativo di saltare sul treno lanciato a tutta velocità. Varese prova ad allungarsi fino alla maniglia. Mancano pochi centimetri ma la presa non è sufficientemente salda. E rotola via, nelle lande impolverate della mestizia e dei timori. Due partite di Fiba Cup, inutile ingombro ma auspichiamo valvola di sfogo, prima di giocarsi la stagione all'ombra della Mole. Una sconfitta a Torino vorrebbe dire, questa vola per davvero, retrocessione.


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