Triturata impietosamente da una Scandone di talento ma finora sempre sconfitta in trasferta, la banda di Moretti si troverà da domattina a dover fare i conti con una classifica magra e preoccupante. Se la sintomatologia descriveva in queste settimane un paziente debole eppure rinfrancato dal clima amico di Masnago, da stasera la malattia appare conclamata: umore fragile, solisti con la spiccata tendenza a pestarsi i piedi, gregari poco propensi alla fatica. E non è un caso che Ukic, uscito malconcio nell'umore e nel fisico, sia crollato nel rendimento dopo il ritorno della coppia Wayns-Galloway: il croato e il duo americano appaiono incompatibili, anzi deleteri per il gruppo. Alla dirigenza l'arduo compito di imporre scelte prima che la le acque salmastre della bassa graduatoria inquinino un ambiente depresso.
[i][b]Differenza di approccio. [/b][/i]Avellino, forte della regia del folletto Marques Green (giunto in settimana per dar vita alla quarta avventura in Irpinia: un'istituzione) e dell'energia di Acker, spinge sull'acceleratore toccando l'8-12 in pochi giri. I giocatori dell'OJM si mettono in proprio a turno, come a prediligere gli acuti alla modalità corale. Campani e Davies si destreggiano abilmente dalla media, Cervi dall'altra parte viene attivato vicino al ferro con conclusioni ad altissima percentuale: 20 pari. Varese perde il ritmo complici forzature di dubbia utilità, la Scandone invece prosegue nel momento di fiducia con Nunnally e Veikalas. Il primo quarto va così in archivio sul 22-31 tra gli sguardi perplessi dei non molti fedelissimi del Lino Oldrini.
[i][b]Avellino indisturbata. [/b][/i]Moretti rimprovera i suoi a voce grossa, eppure in campo i sospiri di Cavaliero e compagni vengono sopraffatti dalla[i] verve [/i]dei Lupi: Leunen lancia la fuga targata Sidigas con il gancio del 22-35. La via crucis prealpina del secondo parziale prosegue con gli spazi lasciati a Buva (26-41), si incupisce con una serie di attacchi farraginosi, diventa infine grottesca quando Nunnally segna da tre con fallo e Davies devia nel proprio cesto il rimbalzo derivante dal libero (33-48). Galloway e Faye provano a ridare fiato al battaglione biancorosso, ma non c'è tempo per sorridere: l'anarchia dei padroni di casa omaggia attacchi fluidi ai campani (roboante il 23/35 globale dal campo nei primi venti minuti). Due scorribande di Ukic e un tiro dall'arco baciato dalla buona sorte di Wayns riducono il gap al rientro negli spogliatoi: 46-55.
[i][b]Imbarcata epocale. [/b][/i]Lo schema con tre guardie – necessario visto il nulla assoluto di Thompson e l'acciacco patito in settimana da Kuksiks – partorisce infiniti attimi di sufficienza e manda in tilt anche i lunghi. Un problema al flessore per Ukic, nella versione peggiore dell'esperienza in canottiera varesina, affossa il livello di un terzo periodo da tregenda cestistica. La Sidigas sbaglia dapprima l'inverosimile, quindi non può esimersi dall'uccidere la contesa con la tripla di Green (51-64). Moretti invita ai suoi al pressing, ma il treno deraglia. Veikalas ed Acker irridono la flebile difesa e il pubblico becca un Davies scapestrato: la Sidigas plana sul +19, prima che Cavaliero sigli da metà campo il 59-75 sulla sirena.
[i][b]Nemmeno l'orgoglio sullo sfondo. [/b][/i]Il fallo tecnico comminato a Galloway non sortisce alcuna reazione di orgoglio, anzi offre alla compagine dell'ottimo Sacripanti l'opportunità di gestire con tranquillità un vantaggio che assume, via via, proporzioni mastodontiche: 62-85 con un Nunnally indemoniato (alla fine ci saranno 26 punti e 5 rimbalzi per il #21). Minuti di mestizia e di poca professionalità – il dato non stupisce, ma nemmeno può essere taciuto – impongo riflessioni su una squadra per la quale sta diventando impossibile palpitare, emozionarsi od arrabbiarsi. Un mercato sempre aperto, una rosa con esuberi senza possibilità di smaltire i rifiuti indifferenziati (Thompson, per citare un esempio), gli equivoci tattici mai risolti da agosto ad oggi hanno definitivamente sfasciato il giocattolo OJM. Già, in ultima analisi per questa squadra non si riesce nemmeno più a tifare...
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