Cinque uomini in doppia cifra, predominio al rimbalzo, assist puliti e molti altri non rintracciati dalle statistiche di fine gara, difesa attenta senza voler strafare. Pochi elementi che compendiano una serata positiva per Varese, capace di condurre dal primo all'ultimo minuto una sfida contro una compagine in discreta forma, E le buone notizie non finiscono qui, perché anche molti singoli ci mettono l'anima e la tecnica, salvando la faccia dopo prestazioni imbarazzanti di qualche settimana fa. La gente di Masnago, privata di soddisfazioni interne da ottobre ad oggi, si avvicina alle Feste con il sorriso sulle labbra.
Parlare di una squadra resuscitata appare prematuro, eppure le prossime due gare potrebbero far cambiare l'orizzonte di una stagione ancora poco decifrabile e dalla classifica cortissima.
[i][b]Avvio soft come un peluche.[/b][/i] Dopo undici secondi il sottomano di Rautins vale una pioggia di orsetti proveniente dagli spalti di Masnago: una bella tradizione, natalizia, mutuata dalla Lega americana di hockey. Il quintetto biancorosso si guadagna applausi per alcune giocate energiche ma fattura pochi canestri, anche a causa del pressing a tutto campo di una Virtus in salute. Eyenga dà la scossa con un'inchiodata e un gancio di pura agilità (9-5). I sussulti di Mazzola e Fontecchio regalano punti agli ospiti dalla mira annebbiata, l'OJM stecca parimenti nelle percentuali (0/8 in altrettanti minuti nei tentativi dalla lunga) ma compensa con rimbalzi e viaggi in lunetta: il 2/2 di Kuba vale il 18-11. Il quarto si conclude sul dopo un volume smodato di fischi arbitrali, interrotti dalle triple pulite di Callahan ed Hazell (23-15).
[i][b]Nel segno di Ed e Chris. [/b][/i]Due palloni persi malamente, puniti con il dardo di White per il 25-20, obbligano Pozzecco al time-out. Daniel risponde con 5 punti eludendo le braccia del brontosauro Cuccarolo, anche Robinson – tra una crisi d'identità e l'altra – trova con buona frequenza la rete (36-26). Eyenga rincara la dose fino al +14 di metà periodo, quando Varese decide di inscenare tre minuti di anarchia confermandosi poco avvezza a tramortire l'avversario. L'[i]airball [/i]di uno spaesato Casella è il preludio del meno otto di Mazzola (44-36), quindi gli ultimi squilli prima dell'intervallo lungo sono di Robinson e Gilchrist.
[i][b]Aviazione felsinea e fanteria prealpina. [/b][/i]L'avvio della ripresa si contraddistingue per alcuni parziali e contro-parziali ad elastico, fino all'antisportivo del redivivo Cuccarolo (sguinzagliato da coach Valli come guardiano delle plance dopo il clamoroso 27-12 casalingo nei rimbalzi) dal quale Diawara trae la linfa per il 53-42. Daniel, prima, e Callahan, dopo, penano non poco nel pitturato, così la Granarolo fa incetta di possessi e può mordere con dall'arco con White: 53-47. Due azioni clamorose di Eyenga, entrata vincente e stoppata sonante, fanno scatenare i decibel del Lino Oldrini, invero meno colmo del consueto; sull'onda dell'entusiasmo Diawara e Deane scrivono 60-47. Le Vu Nere reagiscono caricando l'OpenJobMetis di penalità, Rautins ed Hazell bruciano la retina, Robinson è efficace in sottomano: all'imbocco del rettilineo dell'ultima frazione, i padroni di casa conducono 65-55.
[b][i]A Cesare quel che è di Cesare. [/i][/b]Scivolata al massimo svantaggio dopo un'uscita dai blocchi sopraffina di Rautins, la Virtus risponde coesa con un parziale di 0-8 impreziosito dalla tripla di Fontecchio: 70-63. I biancorossi rifiatano per qualche istante pur serrando le fila in difesa, una piacevole novità intravista da Cremona in poi. Non è casualità che dalla rubata di Robinson – contropiede e fallo antisportivo di un Ray irriconoscibile rispetto ai trascorsi in NBA – Varese riprenda saldamente le redini del match (77-63). La cavalcata verso il successo procede però con alcuni patemi, tanto per ingenuità dell'OJM (18 palloni persi in nella serata), quanto per decisioni arbitrali rivedibili.
Niente che possa frenare la gioia dei fedelissimi del palaWhirlpool, pronti a inondare di affetto coach Pozzecco. Sempre lui, il Poz, sprona fino all'ultimo secondo i suoi ad arrotondare il divario.
Questa convincente affermazione è per lui e per il fido Ducarello, per lunghi tratti questa sera in piedi sulla cabina di comando di una panchina ineccepibile per la gestione. A Brindisi qualcuno aveva deliberatamente interrotto i loro applausi, questa volta sono battiti di mani scroscianti. E ora dritti a Caserta, per una prova di maturità contro una compagine con l'acqua alla gola.
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