Nel mettere nel cesto pasquale un prezioso uovo di cioccolato, i biancorossi trovano senza troppe sorprese il primo punto nella serie di Fiba Euro Cup. Anversa, reduce da una settimana moralmente e logisticamente devastante, carbura in maniera lenta, senza appigli di talento (poco) o di fisicità (stasera latente, come testimoniano il 40-32 a rimbalzo e il 27-15 nel saldo dei viaggi dalla lunetta). Dall'altra parte l'emergenza in infermeria – Kuksiks a riposo, tornerà forse per gara 2 – costringe alcuni elementi agli straordinari: sono però proprio i giocatori di maggior spessore, Wright e Kangur, senza dimenticare un Davies spesso a suo agio nelle notti di Coppa, a dimenticare la stanchezza e a rinfrancare gli animi con una ripresa interpretata con il volto di chi vuole arrivare sino in fondo.
[i][b]Cara, vecchia Europa. [/b][/i]A dodici anni dagli ultimi quarti di finale disputati a livello continentale – quando nel 2004 la Metis di Giulio Cadeo scivolò contro il Real Madrid dopo un'appassionante cavalcata in Uleb Cup – Masnago accoglie Anversa con applausi roboanti e con le note dell'inno belga: esempio di ospitalità doverosa ma non banale.
[i][b]Controllo reciproco. [/b][/i]Avvio caparbio lungo i due lati del campo, con Varese che aziona la freccia del sorpasso grazie a una tripla siderale di Kangur: 12-9. Moretti aziona la girandola dei cambi per sopperire allo stringato numero di effettivi, la difesa va in confusione e i Giants pescano dal cilindro un paio di conclusioni prive di coefficiente di difficoltà (4-16 e time out per riordinare le idee). Tra un epiteto e l'altro rivolto da un Paolaccio in versione toscano ai suoi, Ferrero risponde a Vaughn confezionando il 2+1 che manda in archivio il primo periodo sul 21-19.
La terza penalità di Campani, ancora distante da una condizione fisica accettabile, coincide con un nuovo sorpasso fiammingo (25-26), quindi tre canestri di Wayns – l'ultimo connotato da una spolverata di [i]fattore C –[/i] ridanno propulsione alla Openjobmetis. Davies si redime dalle consuete distrazioni con rimbalzi e punti dal pitturato, doppia cifra raggiunta sul 38-32, però la mini fuga innesca la reazione del solito Vaughn fino al 39-37 della pausa lunga.
[i][b]Cambio di passo. [/b][/i]Pur colpita in difesa dalla possanza di Langford, Varese sciorina a inizio ripresa movimento di palla rapido e tiri puliti: 49-43 griffato dalla “doppia vu” delle guardie. I decibel del Lino Oldrini sospingono i contropiedi di Wright con benefici per la mira di Kangur e Cavaliero (esiziali dal perimetro per il 57-45). I ragazzi di Moors, incapaci per lunghi tratti di reagire sotto l'assedio lombardo, con lo squillo di Marchant leniscono solo in parte gli effetti di un terzo quarto da 31 punti subiti.
[i][b]Pensando al prossimo round. [/b][/i]L'OJM prova ad amministrare il 70-56 di apertura di quarto periodo, dosando qualche energia in vista del [i]tour de force [/i]in agenda nelle prossime due settimane. La bimane di Davies, la seconda nel giro di poche lancette, conduce al massimo vantaggio della serata (79-61 al '33). I Giants, sornioni, si riaffacciano sul meno dieci grazie alla serie positiva dell'ex Caserta Scott, poi un fallo tecnico comminato a Kangur riapre i giochi quando il tabellone recita 81-74 con duecento secondi sul cronometro. Qualche colpo proibito da una parte e dall'altra, più che modificare l'esito di una gara 1 meritata da Varese (egregio Wright nel mettere in ghiaccio i possessi della tranquillità), rimescola le carte in vista della trasferta belga di martedì: Anversa lotterà su ogni pallone per coltivare i sogni di accedere alle[i] final four[/i].
Parli di dispendio di energie e non si può tacere dello sgarbo arrivato da Avellino: il rifiuto di spostare il match in programma sabato in Irpinia (in una settimana in cui il rinvio di Varese-Anversa è stata la reazione più umana dopo il dramma di Bruxelles) ha il retrogusto della mancanza di rispetto. Qualcuno ha invocato gli under 19 in campo: valutata l'assenza di Kuksisk, la schiena scricchiolante di Campani, gli acciacchi da logorio di Kangur, l'utilizzo dei giovani più che una protesta potrebbe diventare una necessità.
Testa quindi alla trasferta fiamminga: la banda di Paolo Moretti sarà chiamata, in quel contesto senza alibi, a un nuovo colpo di coda a tinte europee.
[i][b]Il migliore: Christopher Wright. [/b][/i]In una serata in cui, ancora una volta, deve essere menzionato il collettivo (22 punti e 12 rimbalzi Davies; 9 + 7 Ferrero; 14 punti e cinismo a chili di Kangur) il numero undici incanta con un secondo tempo a tutto campo: 21 punti, percentuali candide, 6 assist e accelerazioni fulminee.
[i][b]Il peggiore: Luca Campani.[/b][/i] Non si tratta di bocciatura e nemmeno potrebbe celarsi una critica vista la forma claudicante. Il primo tempo è comunque da tregenda, con difesa farraginosa, posizionamento cattivo (Moretti l'ha fatto capire con un urlo mannaro) e dita molli. Nella difesa qualche progresso si è scorto.
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