Tre quarti condotti con scioltezza prima di qualche distrazione finale. Si riassume in poche parole una serata di ordinaria amministrazione per Varese, capace di ottenere uno splendido traguardo ma arrabbiata per un ultimo periodo giocato con troppa sicumera. È lo specchio della mentalità giusta di chi si appresta a ad un'altra serie massacrante al cospetto di nuovi e più strutturati avversari. Ci sarà da soffrire però la capacità di trovare ogni sera nuove risorse (oggi eccellente Sakota, in sensibile ripresa Polonara ed Ivanov) ci lascia moderatamente speranzosi. E sognanti.
[i][b]Gara a senso unico. [/b][/i]La Reyer, priva dell'infortunato Szewczyk e di preziosi chili sotto le plance, parte subito a zona per non caricarsi di falli. Il tentativo è poco fruttuoso al cospetto di Dunston, ma la mano caldissima di Calrk tiene davanti gli ospiti (5-6). La tripla di Ere, sempre costretto agli straordinari nel tenere a bada Diawara, e la “zingarata” di Green nell'allegra difesa lagunare regalano il primo vantaggio degno di nota: 14-9. Varese si fa scippare da sotto il naso rimbalzi a ripetizione (in un'azione, l'Umana segna al quarto tentativo consecutivo), così Rosselli pesca il 16-13. Sakota indossa il cappello da Guglielmo Tell, gli arbitri mostrano un'insolita simpatia per i prealpini, Ivanov rientra nelle rotazioni con piacevole autorevolezza: Mazzon deve rintanarsi nel primo [i]time-out [/i]della sfida sul 22-15 per non annegare nella marea biancorossa. La Cimberio potrebbe prendere il largo al gong del primo round, ma si lascia ingolosire in contropiede (fesseria di Green) e chiude con un comunque confortante 26-17.
[i][b]Vincenti e divertenti. [/b][/i]Due schiacciate di Polonara fanno il paio con i guizzi di Bowers, il distacco rimane pressoché invariato sul 30-22. I dettagli iniziano a sfumarsi nelle stanchezza del quinto impegno in otto giorni, l'intensità scompare e ricompare favorendo le giocate dei solisti. Diawara riporta i suoi sul meno sei (34-28), Banks ci prende dai sette metri riallargando la forbice sul 39-28. Il tabellone corre rapido come una lepre, Sakota supera la doppia cifra in concomitanza del 44-34 e il consueto [i]alley oop[/i] tra De Nicolao e Polonara mette a rischio le fondamenta del vecchio Lino Oldrini. L'Umana è mortificata e potrebbe iniziare a pensare alle vacanze estive invece di cadere in sterili proteste: lo show dei ragazzi di Vitucci, in una sarabanda di passaggi ciechi, assist illuminanti, canestri circensi, partorisce il 51-34 della pausa lunga.
[i][b]Tutto sotto controllo. [/b][/i]La Cimberio torna dagli spogliatoi con l'intenzione di archiviare subito la pratica. Venezia alza i colpi in difesa ma sovente va a sbattere contro la diga eretta da Dunston e Sakota, qualche colpo proibito viene gestito con signorilità: Green dalla lunetta timbra il 58-40. La terna è poco lungimirante nel punire Mazzon con un fallo tecnico, l'Umana spara a salve dal perimetro (5/22 globale), Varese abbassa il ritmo senza disdegnare qualche affondo. Diawara – miglior giocatore del globo per punti segnati quando le sue compagini sono sotto di quindici lunghezze o più – prova a migliorare le statistiche personali (tripla per il 63-48), però Ivanov e Banks mantengono salde le redini del match: al trentesimo minuto la capolista guida 68-52.
[i][b]La testa è già a sabato prossimo. [/b][/i]Un parziale di 0-4 fa giustamente arrabbiare coach Vitucci, sempre vigile e attento ai dettagli. La strigliata della sospensione tecnica suggerisce ai nostri di non gozzovigliare: Banks e Polonara ricacciano i veneti a meno sedici sul 73-57. Kuba e Young sono encomiabili nel non lasciare nulla d'intentato nella serata che segna l'addio di Venezia dai play-off 2013, Ere sveglia i compagni dal torpore con una bella entrata e con un assist al bacio per Sakota (77-64). All'ennesima “bomba” vincente del serbo, in versione leonina, il più classico “tutti in piedi per la Cimberio” accompagna l'ingresso di Varese alle semifinali. Un piccolo brivido cala sulla schiena dei quasi 4500 di Masnago quando Green cade dopo uno scontro di gioco, ma il solido play si rialza senza claudicare.
Negli ultimi minuti il quintetto di casa si deconcentra e regala palloni grotteschi (sette nel solo periodo di chiusura) agli avversari. Bowers e Clark rendono meno bruciante l'eliminazione dell'Umana, però il destino della serie è già noto.
Di fronte del prossimo avversario – Milano o Siena che sia – la truppa di Vitucci non potrà permettersi alcuna sbavatura. Augurandoci, con pochissima imparzialità, che le due superpotenze si diano battaglia strenua fino a gara sette (invero i meneghini paiono lanciati verso un possibile 4-2), Varese proverà ad aggiungere una nuova gemma a una stagione fin qui straripante.
L'ultima apparizione in semifinale risale a quattordici anni orsono. Lo sanno anche i muri come finì in quel maggio di fine XX secolo. Lo ricordano soprattutto i tifosi: soprattutto per loro, l'avventura non può e non deve arenarsi al prossimo lido.
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